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Home » Cronaca » “A Lampedusa una cricca dedita al malaffare”, chieste condanne fino a 17 anni

“A Lampedusa una cricca dedita al malaffare”, chieste condanne fino a 17 anni

14 Giugno 2018
in Cronaca, evidenza, Lampedusa
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Abusi e corruzioni su tutto, a Lampedusa operava “Una cricca dedita al malaffare“. E’ quanto sostenuto nel corso della requisitoria del procuratore aggiunto Salvatore Vella, nel processo che ha avuto tra i suoi principali protagonisti l’ex sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis, l’ingegnere Giuseppe Gabriele, già capo dell’Ufficio tecnico dell’isola e il consulente Gioacchino Giancone, architetto.

“Dalle intercettazioni – ha spiegato Vella – emerge come l’ex sindaco chieda soldi a ripetizione. C’è anche una spesa di abbigliamento di oltre 2 mila euro. In altre conversazioni intercettate De Rubeis chiede esplicitamente soldi per pagare avvocati (è in quel momento sotto processo per corruzione) e non si riesce a comprendere legittimamente che interesse potesse avere Giancone a pagare l’avvocato di de Rubeis”.

Soldi da prelevare da quella che Vella definisce la cassa comune dell’associazione.

Complessivamente gli imputati sono 25, compresi De Rubeis, Giancone e Gabriele: Giovanni Sorrentino, Pietro Gelo, Alberto La Carrubba, Carmelo D’Agostino, Francesco Cucina, Leonardo Pellegrini, Francesco Salamone, Vincenzo Marco Fogliani, Carmen Vego, Antonio Arnone, Carmelo Ardizzone, Maria Rosa Bonadonna, Giuseppe Bonadonna, Maria Giardina, Ernesto Giardina, Andrea Nicola Policardi, Salvatore Cucina, Franco Algeri, Maria Pezzotta, Calogero La Rocca, Raffaella Danile e Calogero Pullara.

Davanti ai giudici del Tribunale (presidente, Giuseppe Miceli, a latere Rosanna Croce ed Enzo Ricotta), Vella ha chiesto condanne  di tutti i venticinque imputati.

Otto anni di reclusione sono stati chiesti per il funzionario dell’Ufficio tecnico Giovanni Sorrentino, quattro anni per il collega Pietro Gelo; 7 anni per Alberto La Carrubba, architetto di Canicattì, all’epoca componente della commissione edilizia; 4 anni per Carmelo D’Agostino, imprenditore; 2 anni per Francesco Cucina, 47 anni, isolano ritenuto “l’addetto alla raccolta delle tangenti“.

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