Palloncini bianchi e lacrime: Canicattì dà l’ultimo saluto a Mattia Iannuzzo
Una folla commossa ha riempito la chiesa di San Diego e il piazzale antistante per i funerali di Mattia Iannuzzo, il sedicenne che lunedì scorso, 29 settembre, ha perso la vita nel tragico incidente stradale di viale Regina Margherita, a Canicattì.
In prima fila i compagni dell’istituto “Galilei”, con addosso una maglietta bianca con la scritta “Mattia vive”, che hanno atteso in silenzio l’uscita del feretro. Quel silenzio è stato più volte interrotto dagli applausi, il modo più spontaneo per stringersi attorno alla famiglia, noti arredatori della zona. All’uscita dalla chiesa, palloncini bianchi si sono levati verso il cielo, accompagnando il corteo funebre fino al cimitero.
L’intera città si è fermata per l’ultimo abbraccio. “Non bastano le lacrime e non ci sono parole per dare conforto alla famiglia” ha detto con voce rotta dall’emozione il sindaco Vincenzo Corbo, che ha proclamato per la giornata il lutto cittadino.
L’inchiesta: tentativo di depistaggio, un ventenne indagato
Intanto emergono nuovi sviluppi dall’inchiesta sull’incidente costato la vita al giovane Mattia. Secondo quanto ricostruito dagli agenti del commissariato di Canicattì, guidati dal commissario capo Gerlando Scimè, subito dopo lo scontro tra lo scooter e la Fiat Cinquecento, i tre ragazzi a bordo dell’utilitaria avrebbero cercato di scaricare la responsabilità su una persona che non era neppure in macchina al momento dell’impatto.
Un vero e proprio tentativo di depistaggio: quella persona sarebbe stata fatta salire sull’auto dopo l’incidente, per cercare di confondere le indagini.
La Procura della Repubblica di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati un ventenne canicattinese, accusato di omicidio stradale. Il giovane, che era alla guida della Cinquecento senza avere la patente, era già stato denunciato insieme agli altri due occupanti dell’auto per omissione di soccorso.
Dopo l’impatto, infatti, i tre si sarebbero allontanati da viale della Vittoria giustificandosi con una versione che non ha convinto gli investigatori: “Siamo andati a prendere dell’acqua per i ragazzi feriti”, avrebbero detto. Ma la verità, secondo la polizia, era un’altra: su quella macchina sarebbe stata fatta salire un’altra persona, estranea all’incidente.
La comunità, ancora sotto shock, si stringe nel dolore attorno alla famiglia di Mattia, mentre le indagini proseguono per fare piena luce su una tragedia che ha lasciato un vuoto incolmabile.

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