Agrigento, aprile 1883 – In una storica operazione contro la criminalità organizzata, le forze dell’ordine di Agrigento smantellarono la Fratellanza, la prima cosca mafiosa della provincia. Nella notte, circa 150 uomini tra carabinieri e soldati si radunarono nei pressi della città per poi convergere su Favara, dove arrestarono 40 affiliati. Ulteriori fermi, in vari comuni della provincia, portano alla luce una complessa rete criminale con rituali d’affiliazione e codici segreti.
Tra i motivi dell’intervento, l’assassinio di Rosario Alaimo Martello, eliminato perché ritenuto un “traditore”. Con lui emerse il fenomeno del pentitismo, quando rivelò all’autorità dettagli sull’organizzazione, mostrando il livello di radicamento della mafia nelle comunità locali.
Il successivo processo del 1885, con 191 imputati, segnò il primo “maxi-processo” contro la mafia in Italia. Sebbene i capi fossero condannati, la Fratellanza divenne un modello per le future organizzazioni mafiose, tramandando una struttura e una mentalità che si diffuse per tutta la Sicilia. Un fenomeno che, ancora oggi, segna profondamente la storia e la società agrigentina.
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