Una notte sospesa nel tempo, dove la memoria e l’arte si sono intrecciate in un abbraccio struggente e necessario. Questo è stato lo spettacolo “Kókalos – La mennula amara”, messo in scena dalla compagnia ARS’Ura davanti alle rovine maestose della Cattedrale Madre di Montevago, in un luogo che non è solo spazio fisico, ma simbolo della ferita e della rinascita di un’intera comunità.
Sotto il cielo di Sicilia, carico di stelle e di storia, Gabriella Vicari, regista e anima dello spettacolo, ha guidato il pubblico in un viaggio sensoriale ed emotivo profondo, toccando corde intime e collettive. L’opera, visionaria e toccante, ha saputo restituire dignità e parola alle pietre mute, trasformando il mito in materia viva evocando la memoria con un canto corale di resilienza e bellezza.
Il pubblico, numeroso e visibilmente commosso, ha assistito con silenziosa partecipazione, rendendo l’esperienza un rito condiviso, quasi sacro. Lacrime, applausi, sguardi intensi: ogni gesto era una risposta viva all’energia che la compagnia ha saputo sprigionare sul palco naturale offerto dalle rovine. Tra danza, parola e visioni, Kókalos ha raccontato la Sicilia dei miti e delle ferite, dei sogni interrotti e della forza ostinata di rialzarsi.
Come ha ricordato la stessa Vicari in una toccante lettera di ringraziamento:
«È stato un privilegio poter danzare, raccontare e sognare insieme, sotto gli occhi attenti di pietra e di cielo, in un dialogo continuo tra presente e passato… Il vostro calore ha abbracciato ogni parola, ogni movimento, ogni sussurro».
E proprio con queste parole, la compagnia ARS’Ura ha voluto esprimere la propria profonda gratitudine al Sindaco Margherita La Rocca Ruvolo, all’Amministrazione Comunale e a tutto il pubblico che ha reso possibile – e indimenticabile – la serata.
Una performance definita da molti “necessaria”, capace di toccare il cuore e la coscienza, restituendo alla comunità non solo un momento di alto teatro, ma un’occasione di riflessione collettiva, di catarsi, di bellezza condivisa.
“Così, qui in Sicilia, la Morte si riappropria della Vita; così la Vita corteggia ostinatamente la Morte.”
Con queste parole si è chiusa una notte destinata a restare nella memoria di Montevago.
E con la promessa, da parte di ARS’Ura, di tornare ancora, con nuove visioni e con la stessa verità.
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