E’ stata sospesa l’interdittiva antimafia per una ditta edile di Favara, che si era vista revocare in autotutela un appalto a Castel di Iudica. Adesso potrà continuare a lavorare. Lo ha deciso il Consiglio di giustizia amministrativa. Lo scorso anno, la Prefettura di Agrigento, a seguito di alcune indagini sulla criminalità organizzata, ha siglato un’interdittiva antimafia per una società favarese “C.G. srl.”, operante nel settore dell’edilizia e dei lavori pubblici. Il provvedimento è stato adottato in ragione di una precedente interdittiva nei confronti di altra società edile appartenente al padre del titolare dell’impresa.
A causa dell’interdittiva prefettizia, il Comune di Castel di Iudica ha revocato in autotutela l’aggiudicazione di un rilevante appalto per il miglioramento del tessuto urbano e del risanamento del centro storico in favore della ditta favarese. Al contempo la società organismo di attestazione comunicava all’impresa la decadenza dell’attestazione Soa. La ditta “C.G. srl.”, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, ha fatto ricorso chiedendo l’annullamento, previa sospensione, sia del provvedimento interdittivo che della determina di revoca dell’aggiudicazione dell’appalto.
Gli avvocati Rubino e Valenza hanno rilevato l’illegittimità del provvedimento antimafia, in quanto la Prefettura di Agrigento non aveva tenuto conto delle osservazioni endoprocedimentali formulate ed evidenziato che l’Ufficio del Governo avrebbe dovuto valutare la possibilità di emanare una misura meno afflittiva rispetto al provvedimento interdittivo. Sono stati sospesi gli effetti del provvedimento e di conseguenza la ditta favarese potrà continuare i lavori appaltati.
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