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Home » Licata » Immobili abusivi, a Licata è scontro sulle demolizioniè

Immobili abusivi, a Licata è scontro sulle demolizioniè

Redazione Di Paolo Picone
20 Marzo 2019
in Licata
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Si riaccende a Licata il dibattito sulle demolizioni di immobili abusivi. Uno dei tre deputati regionali che hanno presentato un emendamento alla Finanziaria bis che prevede una sospensione delle demolizioni di immobili abusivi in Sicilia, in attesa dell’approvazione di un nuovo piano è infatti Carmelo Pullara, parlamentare licatese eletto nel collegio di Agrigento alle elezioni del 2017. Oltre a quella di Pullara, l’emendamento porta la firma di Edy Tamajo, entrambi di Autonomisti e Popolari, e della deputata Marianna Caronia di Sicilia Futura. L’emendamento ieri pomeriggio è stato bocciato dalla commissione Ambiente. La proposta aveva suscitato polemiche la scorsa settimana.

Ad attaccare l’emendamento «ferma ruspe» per prima era stata Legambiente, secondo la quale la norma avrebbe bloccato le ruspe favorendo il partito del cemento: contrari si erano detti anche il Movimento 5 Stelle, il Partito democratico e Claudio Fava. Adesso lo stop in commissione.

La norma era stata difesa da Pullara: «È da diversi anni che intervengo con estrema chiarezza sul tema dell’abusivismo edilizio, senza mai nascondermi dietro la demagogia o appoggiandomi alle posizioni più comode del caso. Tengo a dire che è doveroso da parte delle autorità porre con fermezza un freno all’attività edilizia abusiva, come in effetti è accaduto e come sta accadendo».

In commissione è arrivato il parere contrario dell’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro. «Continueremo ad essere vigili – dice il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna – perché siamo certi che ci riproveranno». E Pullara replica a Zanna: «L’emendamento proposto insieme a Tamajo e Caronia vuole dare un piano alle demolizioni, che ad oggi non hanno fatto altro che deturpare ulteriormente ed oltre ogni misura ambienti e paesaggi a causa della quantità di sfabbricidi ed al mancato ripristino dei luoghi dove si è abbattuto. La demagogica posizione di Legambiente, che anche in questo caso vede chiunque dica una sillaba in più accanto al verbo “abbattere” come “il nemico dell’ambiente o il furbetto”, mi rammarica. Mi rammarica in quanto in questa disordinata “corsa alle demolizioni”, non si è mai pensato alla necessità di trovare una soluzione razionale che elabori un programma d’azione che contenga criteri, priorità e modalità tecniche di abbattimento e ripristino dei luoghi. Abbattere ha dei costi». (GDS)

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