Il tragico incidente stradale costato la vita al ciclista Nicolò Mancuso, si è verificato nello stesso tratto della statale 640, fra il bivio per “Maddalusa” e l’innesto con la strada, che conduce alla galleria di Porto Empedocle, del terribile sinistro autonomo, avvenuto la sera del 22 agosto del 2017, che ha spezzato la vita al motociclista Giuseppe Di Stefano, 26 anni, abitante nel quartiere agrigentino di Monserrato (leggi anche Travolto e ucciso da un furgone, muore ciclista – VIDEO).
“Lotterò fino alla fine dei miei giorni, e mi fermerò soltanto quando ci sarà l’impianto di videosorveglianza su questo pericolosissimo tratto di strada – dice Carmelina Nobile (foto), responsabile dell’Associazione italiana familiari vittime della strada di Agrigento -. Mi unisco al dolore della famiglia del ciclista appena ucciso, e adopero il termine categorico di ucciso, perche’ questa è la cruda verità facendo anche riferimento all’art.589 bis del Codice penale in vigore dal 24/3/2016, con il quale venne introdotta la nuova fattispecie di reato di omicidio Stradale”.
“In passato – aggiunge -, avevo notificato agli organi di competenza quanto fosse pericoloso questo tratto di strada che ha visto nel corso degli anni, perdere la vita a tante persone, molti di questi ragazzi, che percorrevano questo tratto di strada per tornare a casa dalle proprie famiglie, uno fra questi proprio il mio amato figlio, Giuseppe Di Stefano. Purtroppo, la burocrazia unita anche ad una sostanziale sottovalutazione dell’importanza denunciata, deve fare il suo lento, lungo e tortuoso corso, non considerando che nel frattempo, altre vite vengono spezzate, altre famiglie rimangono a piangere per sempre, private dai propri cari, costrette da quel momento in poi, a portare fiori in memoria su quel maledetto asfalto, dove i fiori dovrebbero nascere da soli per abbellire sempre di piu’ la natura”.
“Adesso Basta! Non c’è più tempo da perdere – conclude addolorata Carmelina Nobile -. Bisogna tutti insieme garantire alla Vita degli utenti della strada, dei nostri figli, mariti, mogli, sorelle etc.. L’AIFVS di Agrigento urla a gran voce all’indifferenza delle Istituzioni di competenza, invitandole ad una attenta e coscienziosa analisi di tutto il territorio agrigentino, individuandone i punti piu’ trafficati e pericolosi, come quello in questione e ad ottemperare nell’immediato con l’installazione di telecamere di video-sorveglianza, atte ad indurre ad una piu’ attenta e sicura guida e quant’anche alla fine di chi dopo aver causato l’incidente, in maniera vile e vuota di coscienza, fugge via impunito”.
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