Agrigento in festa per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presente alla cerimonia ufficiale di apertura dell’anno che la vede Capitale italiana della cultura. L’elicottero con a bordo il Capo dello Stato è atterrato all’interno dello stadio Esseneto. Questo il percorso interessato dal passaggio del presidente Mattarella: via Petrarca, via Passeggiata Archeologica, via Francesco Crispi, piazza Marconi, via Empedocle con arrivo in piazza Pirandello. Il lungo corteo di auto e mezzi ha raggiunto piazza Pirandello sede del teatro. Alle 10,50 il presidente Mattarella è arrivato davanti il portone del Comune di Agrigento accolto dal sindaco Francesco Miccichè.
Prima di entrare al teatro Pirandello di Agrigento, ha salutato gli alunni di alcuni istituti scolastici della città presenti in piazza Pirandello. E’ stata festa grande. Poi l’ingresso in teatro, dove il Capo dello Stato, è stato accolto con un caloroso e lungo applauso. Si è seduto nel primo posto a destra della prima fila e accanto a lui il ministro della Cultura Alessandro Giuli. L’orchestra del conservatorio Arturo Toscanini, diretta dal maestro Alberto Maniaci, ha eseguito l’inno di Mameli.
A seguire un monologo di Gianfranco Jannuzzo, “Girgenti Amore mio”, l’esibizione musicale di Francesco Buzzurro, l’intervento della presidente del Movimento italiano della Gentilezza Natalia Re e una lettura di Romina Caruana tratta dal testo “È solo un gioco di anime”. Poi, alle 11,30, sul palco del Pirandello hanno preso la parola Giacomo Minio, presidente della fondazione Agrigento 2025, il sindaco di Agrigento Franco Micciché, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, e infine il presidente Mattarella.
“Un saluto a tutti i cittadini di Agrigento da oggi protagonisti quale capitale italiana della cultura 2025. Un saluto ai cittadini della provincia, e tra di essi ai lampedusani, che i fatti del nostro tempo hanno reso avanguardia della civiltà europea, che si sono posti come espressione di cultura solidale”, ha esordito il Capo dello Stato. Nel suo discorso di una dozzina di minuti ha citato tra gli altri Luigi Pirandello, il drammaturgo agrigentino premio Nobel ricordato “per la sua ironia e capacità d’interpretare l’animo umano attraverso i sei personaggi in cerca d’autore”, ma ha ricordato anche Andrea Camilleri ed esaltando la Valle dei Templi, e in particolar modo il tempio della Concordia: “È l’icona che unisce natura e individuo”.
“Agrigento, raccoglie questo, prezioso, testimone da Pesaro, nel centro dell’Italia, che, a sua volta, lo aveva ricevuto dal nord del nostro Paese, da Brescia e da Bergamo – ha aggiunto Mattarella, più volte interrotto dagli applausi del pubblico presente -. Una catena, di straordinario valore. Valore da onorare quest’anno. Questa catena di anno dopo anno, evidenzia il legame fra i diversi centri italiani. Ne mostra radici e progetti per il futuro. Ne pone in evidenza l’amicizia. Mette, in rilievo, il valore, degli scambi, tra patrimoni culturali, il valore della conoscenza. La ricchezza del nostro Paese sta nella sua pluralità. Nella sua bellezza molteplice. A fornire pregio particolare all’Italia sono proprio le sue preziose diversità, le cento capitali che hanno agito, nell’arco di secoli, come luoghi capaci di esprimere comunità”.
“Una grande ricchezza – ha sottolineato il presidente della Repubblica -, per il nostro percorso nazionale. Eredità ricevuta dai nostri padri. E tesoro da investire per il domani dei nostri figli. Uno degli intenti di Agrigento in questo 2025 è quello di non essere soltanto lo spettacolare palcoscenico della capitale della cultura, ma di costituire sollecitazione, costituire spinta per tante altre realtà italiane. E’ una sfida per accrescere le opportunità da dove oggi sono ridotte, una voce che afferma che le periferie sono anch’esse motori di cultura e di progettualità. Questa è la sfida che il nostro tempo ci presenta. Agrigento deve parlare al resto del paese e all’Europa di cui è parte”.



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