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Home » top3 » Il Mediterraneo chiama, la Sicilia risponde: da San Leone un monito per l’ambiente

Il Mediterraneo chiama, la Sicilia risponde: da San Leone un monito per l’ambiente

23 Ottobre 2025
in top3, Ambiente, Spiagge
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Tortoli e Lombardo: “Il futuro del Sud passa dalla cura del mare”

Una storia di mare, di cura e di rinascita. Dopo settimane di convalescenza, “Fofa”, una tartaruga Caretta caretta ferita e ripescata lo scorso agosto nelle acque di Porto Empedocle, è tornata in libertà. La liberazione è avvenuta sulla spiaggia di San Leone, nel tratto antistante il Beach Club Aquaselz, alla presenza del presidente nazionale di MareAmico Roberto Tortoli, del delegato regionale Claudio Lombardo e di Leonardo Damiani, del comitato scientifico dell’associazione.

Curata dai veterinari dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo, “Fofa” è diventata un simbolo di speranza per la salute del mare Mediterraneo e per le nuove generazioni, rappresentate dagli studenti di diverse scuole primarie agrigentine che hanno partecipato alla cerimonia.

«Lo stato di salute del Mediterraneo va tenuto sotto controllo costantemente – ha spiegato Roberto Tortoli –. Il mare per il Sud del nostro Paese è fondamentale: può dare, con tutte le sue attività, anche di salvaguardia, lavoro ai nostri giovani e affrancare finalmente il Mezzogiorno dai problemi di sviluppo che ha avuto negli anni passati».

Una riflessione che abbraccia ambiente ed economia, con una visione chiara: «Bisogna avere con il mare un rapporto d’amicizia totale. Questa è una terra di pescatori, e noi dobbiamo considerare i pescatori come custodi del mare, educarli in questo senso, perché più di noi che viviamo sulla terra devono trovare con il mare un legame profondo».

Tortoli ha poi tracciato un quadro delle principali emergenze ambientali mentre il delegato regionale di MareAmico, Claudio Lombardo, ha illustrato le principali emergenze ambientali:
«Le criticità le conosciamo tutti – ha detto – soprattutto l’inquinamento da plastica. Il Mediterraneo è pieno di rifiuti, e i sacchetti abbandonati per strada finiscono inevitabilmente in mare. Le tartarughe che recuperiamo, spesso, dopo l’autopsia le ritroviamo con la plastica nello stomaco. Anche i pesci iniziano a mangiare microplastiche, e quindi anche noi ingeriamo plastica. È un disastro».

Ma nonostante tutto, l’ottimismo resta: «Il futuro del Mediterraneo è a rischio, ma io sono un inguaribile ottimista: credo che il nostro futuro coincida con quello del mare. Se lo curiamo, avremo tutti una vita migliore». Ha sottolineato Leonardo Damiani, del comitato scientifico di MareAmico.

Sulla stessa linea l’intervento del titolare del lido ospitante, Jimmi Danile, che ha ricordato il ruolo educativo dei gestori di spiaggia: «Per noi – ha detto – è un contributo da dare alla città e all’ambiente. Vedere un animale salvato e poi liberato riempie sempre il cuore di gioia». E ancora: «Lo stato del mare quest’anno mi è sembrato migliore rispetto agli anni precedenti. Noi ogni giorno puliamo la nostra area e quella adiacente, ma serve più sensibilità da parte di tutti: chi viene a divertirsi in spiaggia deve imparare a rispettarla».

La liberazione di “Fofa” ha anticipato simbolicamente la XXXIV Rassegna del Mare, in programma dal 23 al 26 ottobre tra Agrigento – Capitale Italiana della Cultura 2025 – e Trapani, con conferenze, tavole rotonde e attività didattiche dedicate ai temi dell’economia blu. Una manifestazione che vuole unire ricerca, turismo e sostenibilità, per fare del mare non solo un patrimonio naturale, ma anche una risorsa economica e culturale per il futuro della Sicilia.

🐢 Scheda: la Caretta caretta e l’economia blu

Specie simbolo del Mediterraneo.
La Caretta caretta è la più diffusa tra le tartarughe marine del bacino mediterraneo. Vive fino a 80 anni e può superare i 100 chili di peso. È una specie protetta, minacciata da reti da pesca, plastica e traffico marittimo.

Un mare che genera economia.
Secondo i dati della Commissione Europea, l’economia blu – che comprende pesca, turismo costiero, cantieristica, energia e biotecnologie marine – rappresenta oltre il 5% del PIL della Sicilia e impiega migliaia di persone. La tutela ambientale diventa così un investimento strategico per il futuro economico dell’isola.

Educazione e sostenibilità.
Eventi come la liberazione di “Fofa” avvicinano i giovani al mare e li rendono protagonisti di una nuova cultura ambientale. La Sicilia, con i suoi 1.500 km di coste, può diventare un laboratorio di buone pratiche tra tutela e sviluppo.

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