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Home » Altro » Il Libero Consorzio intitola la Questura di Agrigento al Commissario Beppe Montana

Il Libero Consorzio intitola la Questura di Agrigento al Commissario Beppe Montana

26 Gennaio 2018
in Altro
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Agrigento, 26 gennaio 2018

 

Il Commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento Giuseppe Marino, condividendo la proposta avanzata dal Questore di Agrigento Maurizio Auriemma, ha deciso di intitolare il palazzo sede della Questura di Agrigento, di proprietà del Libero Consorzio, al Commissario di Polizia Dott. Giuseppe “Beppe” Montana.

Il Commissario Montana, nato ad Agrigento, già Capo della “Sezione Catturandi” della Squadra Mobile dì Palermo, fu ucciso il 28 luglio 1985 in un agguato di mafia, a Porticello (PA).

La proposta è stata redatta dal Settore Solidarietà Sociale, Politiche della Famiglia, Pari Opportunità, Attività Culturali e Sportive in considerazione del fatto che “l’iniziativa serve a ricordare la figura di un Funzionario che, sebbene consapevole dei gravi rischi, non ha esitato a compiere il proprio dovere, fedele ai propri ideali di giustizia ed al giuramento prestato, e che pertanto rappresenta un fulgido esempio per la cittadinanza intera e, soprattutto, per le giovani generazioni”.

Nato ad Agrigento nel 1951 dove ha vissuto parte della sua giovinezza, Beppe Montana si trasferì a Catania. Ottenne la laurea in Giurisprudenza e successivamente vinse il concorso per entrare nella Polizia. Entrò a far parte della Squadra Mobile di Palermo e fu posto alla direzione della Sezione “Catturandi”.

In quella veste, il Dott. Montana ottenne risultati investigativi di rilievo, trovando nel 1983 l’arsenale di Michele Greco ed assicurando alla giustizia, nel 1984, Tommaso Spadaro, ritenuto il boss del contrabbando di sigarette e del traffico di droga. Il 28 luglio 1985 gli fu tolta la vita per vile mano mafiosa.

Dopo la sua morte il Capo dello Stato Francesco Cossiga, il 26 settembre 1986, gli conferì la medaglia d’oro al valore civile con la seguente motivazione: «Sprezzante dei pericoli cui si esponeva nell’operare contro la feroce organizzazione mafiosa, svolgeva in prima persona e con spirito d’iniziativa non comune, un intenso e complesso lavoro investigativo che portava all’identificazione e all’arresto di numerosi fuorilegge. Sorpreso in un agguato, veniva mortalmente colpito da due assassini, decedendo all’istante. Testimonianza di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio della vita”.

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