“Mi aveva minacciato, dovevo restituirgli 550 euro al mese per un prestito concesso da uno strozzino. Mattina mi disse che se non restituivo i soldi avrebbe abusato di mia moglie e ucciso i mie figli“.
E’ la versione che Giovanni Riggio, reo confesso dell’omicidio del suo socio Giuseppe Mattina, ha fatto davanti il Gip di Palermo Wilma Mazara per l’udienza di convalida dell’arresto.
Mattina e Riggio erano soci in affari, gestivano una rivendita di auto usate. Per questa attività erano stati chiesti soldi a degli usurai – ha dichiarato Riggio – I due avevano concordato che ogni mese Riggio gli avrebbe restituito una parte dei soldi per saldare il prestito.
La notte dell’omicidio la discussione per motivi economici. Prima in un bar, poi nel garage di Contrada San Benedetto. Mattina pressava, anche con minacce, poi secondo quello che ha riferito Riggio al giudice avrebbe tentato di colpirlo con un oggetto trovato in officina.
L’indagato si sarebbe difeso e l’avrebbe ucciso per poi costituirsi a Palermo. Il Gip di Palermo Wilma Mazara ha convalidato il fermo di Giovanni Riggio, reo confesso dell’omicidio di Giuseppe Mattina, pregiudicato ucciso la notte di venerdì scorso ad Agrigento.
Il giudice ha disposto per Riggio la custodia cautelare in carcere. A determinare il delitto sarebbe stata una lite nata per motivi economici sarà il processo a stabilire la veridicità dei fatti. VIDEO/FOTO
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