I giudici della Corte di assise di Appello di Palermo, pronunciandosi sul ricorso del difensore dell’imputato, l’avvocato Calogero Meli, ha ridotto la condanna a 9 anni di reclusione nei confronti di Luigi Lalomia, 77 anni, tabaccaio in pensione di Canicattì. Ha ammazzato Mario Vincenzo Lauricella, meccanico sessantenne, al culmine di una lite scaturita per le nozze in programma tra i figli mai del tutto digerite.
I giudici hanno escluso altre due aggravanti ovvero quella dei “futili motivi” e l’avere agito “approfittando di circostanze tali da ostacolare la privata difesa”, e hanno ridotto la pena. Il sostituto procuratore generale Carlo Lenzi, invece, aveva chiesto la conferma della condanna a 14 anni e 6 mesi di reclusione. Già in primo grado, la Corte di assise di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, aveva escluso che si fosse trattato di un omicidio volontario derubricando l’accusa in omicidio preterintenzionale.
La Lomia era accusato anche del tentato omicidio della nuora. I giudici, già in primo grado, avevano escluso l’aggravante della premeditazione e concedendo le attenuanti generiche hanno riqualificato i reati in omicidio preterintenzionale per quanto riguarda la morte di Lauricella e lesioni personali gravi per quanto riguarda la figlia. Alla base della tragica vicenda, un matrimonio programmato tra il figlio di Lalomia e la figlia della vittima.
Il 30 maggio del 2021, a margine dell’ennesima discussione, la situazione degenerò. Il pensionato, a bordo di un Fiat Doblò, investì il consuocero schiacciandolo contro il muro del magazzino. Mario Vincenzo Lauricella in quell’occasione, prima di essere travolto dal mezzo pesante, riuscì a salvare la figlia spingendola fuori dalla traiettoria del veicolo. Il meccanico morì all’ospedale di Messina dopo un mese di agonia.
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