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Home » top2 » Giardino dei giusti, iniziativa lodevole ma location da ripensare

Giardino dei giusti, iniziativa lodevole ma location da ripensare

Domenico Vecchio Di Domenico Vecchio
16 Dicembre 2024
in top2, Editoriali
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Lettera al direttore:

Un giardino di vita, non di morte
Il perché del «Giardino dei Giusti» nella Valle dei Templi di Agrigento

Lettera al direttore:

Nell’editoriale del 2 dicembre 2024 su agrigentooggi.it, Domenico Vecchiosi interrogava sul significato del “Giardino dei Giusti” realizzato per iniziativa dell’Accademia di Studi Mediterranei di Agrigento nella Valle dei Templi, lungo la Via sacra che scende dal tempio di Giunione-Atena verso il tempio della Concordia. Fortemente voluto dalla presidente onoraria dell’Accademia, professoressa Assunta Gallo Afflitto, in collaborazione con l’Ente Parco dei Templi e tutte le istituzioni cittadine, a partire da una collaborazione con Gariwo (Gardens of the Righteous Worldwide), il Giardino nasce da un’idea ben precisa: ricordare a tutti, attraverso l’esemplarità di donne e uomini che hanno incarnato questa verità fino a dare spesso la vita, che «chi salva una vita salva quel mondo intero che è la vita di ogni essere umano».

Uno dei tanti giovani che, attraverso l’impegno delle scuole del territorio, è venuto in contatto con queste figure – il progetto si chiama «Adotta un Giusto» e consiste nel proporre a classi e studenti di scegliere uno dei Giusti via via inseriti nel Giardino, conoscerlo più a fondo e realizzare un lavoro di presentazione – lo ha detto con molta chiarezza: «i Giusti sono una crepa nel male del nostro mondo, l’anomalia che tiene insieme l’Umanità e non le permette di distruggersi con le sue stesse mani».

Non si potrebbe dire meglio. Avere l’occasione di incontrare i Giusti ed entrare in confidenza con loro è veramente l’opportunità preziosa e rara di familiarizzare con figure tutt’altro che morte. I Giusti sono vivi, come raccontano anche gli olivi piantumati accanto alle stele. Fra i tanti olivi che crescono lungo la Via sacra, quello posto vicino alla stele dedicata a padre Pino Puglisi, nella cerimonia inaugurale del Giardino, il 3 dicembre 2015, è oggi un albero rigoglioso, più vivo che mai. Come la testimonianza di quel Giusto la cui mitezza è divenuta una denuncia invincibile contro la mafia.

Sì, i giardini dei Giusti, oggi presenti in decine di città del mondo, sono luoghi preziosi di ricerca, dialogo e scoperta. Vivono delle figure esemplari di donne e uomini che hanno immesso nella storia atti di bene e che ci insegnano a prenderci cura uno dell’altro. Il bene vive quando lo si compie. E se anche una sola scelta di bene fiorirà da uno di questi giardini ne sarà valsa la pena: giardini di vita e di bene!

ALESSANDRO ANDREINI
Membro del Comitato scientifico dell’Accademia di Studi Mediterranei di Agrigento


Risposta del direttore:

Gentile Alessandro Andreini,

La sua lettera, che approfondisce il significato del «Giardino dei Giusti» nella Valle dei Templi, offre una visione appassionata e importante di questo progetto. Tuttavia, mi preme chiarire alcuni punti in merito alla mia precedente riflessione.

Non ho mai voluto sminuire la valenza del Giardino dei Giusti in sé. Ritengo che l’idea di ricordare le figure esemplari attraverso il Giardino sia senza dubbio significativa e preziosa, specialmente per i giovani che hanno l’opportunità di entrare in contatto con questi esempi di coraggio e bontà.

La mia critica, invece, riguardava la scelta di inserirlo all’interno della Valle dei Templi, un sito di straordinaria importanza storica e culturale. La mia preoccupazione è che l’accumulo di lapidi e monumenti rischi di alterare l’armonia e il valore simbolico del parco archeologico. È forse il caso di considerare un’altra area che potrebbe ospitare questo giardino in maniera più rispettosa e in linea con la bellezza senza tempo del sito. Il parco potrebbe riservare spazi alternativi che siano più consoni, dove il Giardino possa esprimere la sua forza simbolica senza interferire con il patrimonio storico e archeologico che la Valle rappresenta.

Questa, a mio avviso, potrebbe essere la soluzione migliore, affinché il Giardino dei Giusti continui a vivere come un simbolo di speranza e di vita, senza che la sua presenza venga percepita come una “memoria di morte” dai passanti che visitano la Valle.

Cordialmente,
Il Direttore – Domenico Vecchio

Rileggi l’editoriale del 2 dicembre : Il Giardino dei Giusti alla Valle dei Templi: tra memoria e interrogativi

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