Il sostituto commissario Gaetano Fantucchio, 61 anni, investigatore di lungo corso della Squadra Mobile di Agrigento dopo oltre trent’anni di servizio, oggi è andato in pensione e ha salutato i colleghi e il suo dirigente Giovanni Minardi. Fantucchio, originario di Aragona è sempre stato considerato una “punta di diamante” in seno alla “Mobile”, una sorta di “memoria storica” alla quale hanno sempre fatto riferimento i colleghi per le loro indagini. Basta dare un’occhiata al suo voluminoso curriculum per capire subito che il poliziotto aveva un gran “fiuto” e sapeva come scovare latitanti e intercettare i mafiosi. Era arrivato alla Questura di Agrigento nel 1990, dopo anni di servizio presso la mitica Squadra Catturandi della Mobile di Palermo. Era il tempo della guerra tra la vecchia mafia e i giovani della Stidda, quegli emergenti responsabili di decine e decine di omicidi e che posero fine alla vita del magistrato Rosario Livatino. Gaetano Fantucchio, che da ragazzo aveva vissuto con la famiglia in Germania per via del padre che era emigrato, frequentando le scuole tedesche, venne impegnato immediatamente in delicate indagini in terra tedesca dove vive una folta comunità di agrigentini e dove avevano trovato rifugio alcuni degli esecutori dell’agguato al giudice. La padronanza della lingua tedesca e le sue indubbie capacità investigative, portarono Fantucchio ad essere una sorta di collegamento tra il pool investigativo agrigentino e la Polizia Tedesca. Fu proprio il sostituto commissario a mettersi sulle tracce e ad arrestare Giuseppe Montanti, il mafioso canicattinese legato alla Stidda, condannato all’ergastolo nel 1999 per l’omicidio Livatino, che era latitante da oltre un anno. Per diverso tempo il poliziotto fece la spola tra Agrigento e la Germania, dove viveva la famiglia del ricercato fin quando, seguendo la figlia di quest’ultimo, riuscì ad arrivare al padre che si nascondeva in una favelas di Acapulco, in Messico. E quella fu una delle rare volte in cui Fantucchio apparve in una foto di cronaca, a braccetto con lo stiddaro appena catturato (nella foto), immortalato all’aeroporto appena atterrato in Italia. Altre foto non se ne trovano perché il poliziotto era abituato a lavorare “sotto traccia” nell’anonimato assoluto, sempre con le cuffie di ascolto infilate nelle orecchie per registrare i colloqui degli indagati. Una vita spesa a servizio della Polizia, senza orari o giornate di festa, sempre in abiti borghesi in giro a bordo di “auto civette” con targa di copertura, per pedinare silenziosamente i sospettati. Dal suo curriculum emergono le numerose operazioni antimafia cui Fantucchio si distinse tanto da ottenere riconoscimenti; dall’ “Operazione Cupola” alla “San Calogero” e via dicendo, sempre in prima fila ad operare per conto della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Di recente, altro riconoscimento ufficiale in seguito ad un’altra complessa attività di indagine che portò all’arresto di tre soggetti, implicati nella tratta di persone e nel favoreggiamento di immigrazione clandestina, accusati anche di associazione a delinquere finalizzata alla gestione di un centro di prigionia in Africa. Oggi per l’ultima volta Gaetano Fantucchio, che negli ultimi anni ha diretto la Quarta Sezione della Mobile, salirà nel suo ufficio, al secondo piano della Questura per liberare la stanza. Poi, tornerà a vivere nell’ombra, per godersi gli anni della meritata pensione.
LORENZO ROSSO



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