Fortitudo, avvio difficile: nel ruolo di “3” serve una scossa. Disibio brilla ma manca di lettura di gioco
La Moncada Agrigento vive un avvio di stagione complicato. La nuova era targata Devis Cagnardi non è partita come si sperava: prestazioni altalenanti, poca fluidità offensiva e una fase difensiva ancora da registrare.
Tra i nodi principali spicca quello dell’ala piccola, un ruolo chiave nel basket moderno e nel sistema del coach lombardo.
L’ala piccola — o “3” — è oggi una figura ibrida, chiamata a dare equilibrio tra attacco e difesa. Deve saper segnare, difendere, correre in transizione e leggere il gioco. Guardando ai numeri delle ultime quattro partite, emergono differenze significative tra i candidati biancazzurri.
📊 Media delle ultime 4 gare
- Querci è il più continuo: 16,25 punti, 4 rimbalzi e 2,75 assist in oltre 30 minuti. Un riferimento offensivo solido, capace di crearsi il tiro e di reggere fisicamente l’urto difensivo.
- Cagliani paga invece un rendimento offensivo modesto (6,25 punti) e un numero di palle perse elevato (3,25), che ne penalizza la valutazione complessiva.
- Disibio si distingue con 16 punti e 2,67 rimbalzi di media, ma è il dato sugli assist (0,67) a evidenziare la criticità principale: manca di lettura di gioco e tende a forzare situazioni individuali, limitando la circolazione di palla.
- Viglianisi, infine, è ancora alla ricerca della miglior condizione, con 3,75 punti e poco più di 20 minuti di utilizzo.
Numeri alla mano, Querci appare il più vicino al prototipo di ala piccola completa: efficace al tiro, solido in difesa, capace di garantire equilibrio.
Disibio ha talento e punti nelle mani, ma dovrà imparare a leggere meglio le situazioni e coinvolgere i compagni.
Cagliani offre energia e fisicità, ma deve migliorare nella gestione dei possessi.
La prossima occasione per invertire la rotta sarà domenica 2 novembre alle ore 12:00, quando al PalaMoncada arriveranno gli Herons Montecatini, una delle squadre più complete e in forma del campionato di Serie B Nazionale.
Per la Fortitudo sarà un test probante, non solo tecnico ma anche mentale: serviranno concentrazione, compattezza e quella fame che finora si è vista solo a tratti.
Cagnardi lo sa: per far decollare davvero la sua Fortitudo, servirà ritrovare identità e continuità, soprattutto in un ruolo — quello di “3” — che può fare la differenza tra una stagione di rincorsa e una da protagonista.
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