«Noi sindaci viviamo in trincea. Non sembra, però, che tutti se ne rendano conto». Il sindaco di Agrigento Lillo Firetto, componente del Consiglio regionale e membro del Direttivo nazionale dell’Anci, si dice «vicino» al collega di Delia al quale la scorsa notte è stata incendiata l’auto. A Gianfilippo Bancheri la «solidarietà non formale» di Firetto. Anche perché lui sa bene cosa significhi «vivere in trincea». «Quando ero sindaco a Porto Empedocle venne fatta ritrovare sulla mia auto una busta con alcuni proiettili. Ad Agrigento mi hanno recapitato un necrologio». Sono alcuni passaggi dell’intervista che il Sindaco di Agrigento ha rilasciato al GDS (articolo pubblicato oggi).
Il Sindaco di Agrigento interviene in merito ad un escalation di attentati ai primi cittadini siciliani. L’ultimo a Delia. La provincia di Siracusa la più colpita insieme a quella di Agrigento .
«Mai lasciarsi scoraggiare. Chi decide di candidarsi a sindaco, dev’essere capace di affrontare queste vicende. Altrimenti, è meglio che resti dov’è e continui a svolgere il proprio mestiere. Innegabile che i momenti di tensione vi sono, che qualche precauzione bisogna prenderla. Io sono stato costretto a farlo e ho avuto la fortuna di ritrovarmi sempre accanto la mia famiglia. Fa parte del gioco, però». Aggiunge Firetto.
NELLA FOTO IL SINDACO DI AGRIGENTO IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA POLIZIA
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