La Corte di assise del tribunale di Alessandria ha inflitto la condanna all’ergastolo a Giovanni Salamone, 61 anni, di Agrigento, per il femminicidio della moglie insegnante Patrizia Russo, 53 anni, uccisa a coltellate nel sonno la notte del 16 ottobre 2024 in un appartamento di Solero, piccolo paese nell’Alessandrino. I giudici hanno inflitto la massima pena all’imputato andando ben oltre la richiesta del pubblico ministero che, a margine della requisitoria, aveva chiesto una condanna a 21 anni di reclusione. Giovanni Salamone era accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall’aver agito contro la coniuge. La Corte non ha riconosciuto le attenuanti generiche.
“Quando ho ucciso mia moglie Patrizia Russo ero posseduto da Satana”, aveva detto l’agrigentino. L’uomo aveva colpito la coniuge con numerose coltellate mentre si trovava ancora a letto. Salamone è rinchiuso a Genova nel carcere di “Marassi”. Nella Casa circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria, nella prima serata del 18 ottobre, poche ore dopo la convalida del fermo, aveva tentato di togliersi la vita. Dietro al terribile gesto ci sarebbe stato un forte stato depressivo, la preoccupazione per le cartelle esattoriali e per un processo a suo carico con l’accusa di ricettazione, da cui è stato poi assolto. Salamone, ascoltato nel corso del processo, ha detto di “essere stato armato dal dio del male per uccidere la moglie Patrizia”.
Dalla difesa era stata ribadita la richiesta di perizia psichiatrica, però respinta, poiché non ci sarebbero elementi tali da giustificare un esame. I figli di Salamone si sono costituiti parte civile. La Corte non soltanto non ha riconosciuto le attenuanti generiche ma ha anche trasmesso gli atti alla Procura di Agrigento in seguito alla confessione di Salamone di avere ucciso il proprio cane. Disposta, infine, una provvisionale esecutiva di 250 mila euro ciascuno in favore dei due figli, costituitisi parte civile tramite gli avvocati Maria Luisa Butticè e Annamaria Tortorici.
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