Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere gli altri sei indagati (ai domiciliari e con l’obbligo di firma), comparsi in Tribunale davanti al gip Stefano Zammuto, per gli interrogatori di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla faida tra due famiglie che, fra il 2015 e il 2017, a Palma di Montechiaro, ha lasciato a terra due cadaveri.
L’indagine della Procura della Repubblica di Agrigento ha fatto scattare 9 misure cautelari per due omicidi (quello di Enrico Rallo, 39 anni, commesso davanti ad una pizzeria di Palma, e quello di Salvatore Azzarello, ammazzato mentre si trovava alla guida di un trattore al Villaggio La Loggia), e per un traffico di armi.
L’ordinanza cautelare, eseguita dai carabinieri della Compagnia di Licata, e dai poliziotti della squadra Mobile di Agrigento, è stata firmata dal gip Zammuto.
In carcere sono finiti: Ignazio Rallo, 39 anni; Roberto Onolfo, 28 anni; Angelo Castronovo 63 anni. Ai domiciliari: Pino Azzarello, 39 anni; Carmelo Pace, 58 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giacomo Alotto 61 anni, Gaetano Gioacchino Burgio, Giuseppe Giganti 43 anni, e Giuseppe Rallo 27 anni.
Scena muta davanti al Gip per Ignazio Rallo e Angelo Castronovo finiti in carcere, invece, l’unico a rispondere, è stato Roberto Onolfo (anche lui detenuto in carcere), che ha negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, respingendo le accuse.
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