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Home » Eventi » Ezio D’Errico e la cultura agrigentina del 900: una conferenza sulla sua eredità letteraria e teatrale

Ezio D’Errico e la cultura agrigentina del 900: una conferenza sulla sua eredità letteraria e teatrale

15 Aprile 2025
in Eventi
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Nella giornata di oggi Martedì 15 aprile alle ore 17:30 nella sede de Le Fabbriche di Agrigento, una conferenza di Beniamino Biondi dal titolo “Ezio D’Errico e la cultura agrigentina del 900”. Dopo l’evento sarà possibile acquistare le ultime copie disponibili del romanzo “Qualcuno ha bussato alla porta”, il primo e più famoso giallo di D’Errico, nella riedizione dell’editore Pungitopo ormai esaurita e introvabile.
Il 21 aprile del 1972 fa moriva Ezio D’Errico, scrittore, pittore e drammaturgo, nato ad Agrigento nel 1892. Moriva nel più colpevole isolamento, circondato dai suoi quadri e con accanto solo la moglie. Autore di gialli pubblicati con Mondadori, di opere teatrali tradotte e rappresentate anche all’ estero, tra i primi pittori astrattisti in Italia, D’Errico, una sorta di genio rinascimentale, è ancora un universo da esplorare.
Grazie a D’Errico fa irruzione nel giallo italiano l’ inquietudine, che mette in crisi la scienza della deduzione e il culto della logica; a dominare invece è l’ intuizione, l’ empatia psicologica del detective con le vittime e i sospettati. D’Errico per i suoi polizieschi si ispira chiaramente al creatore di Maigret, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Simenon italiano”.
Da questo ricchissimo humus narrativo nasce il D’Errico drammaturgo, quello che a 64 anni rinnega tutta la sua produzione teatrale precedente, i drammi borghesi che tanto piacevano al pubblico, per tentare la via della sperimentazione e del vero teatro d’ avanguardia. È questo il vero D’Errico di statura europea, l’ autore dei dieci testi, pubblicati nel ‘ 68, raccolti sotto il titolo “Teatro dell’ assurdo”. Ma proprio quando D’Errico si cimenta in qualcosa di veramente nuovo, sconcertante, i teatri italiani gli chiudono le porte. Il successo però gli arride all’ estero (in Germania, in Austria, in Svizzera, in Francia, a Buenos Aires) dove dal critico Martin Esslin viene accostato ai grandi del tempo: Beckett, Jonesco, Genet, Arrabal, Tardien, Vian e Buzzati.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

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