Roberta Torre inaugura la sua prima stagione da direttore artistico del Teatro Pirandello con una scelta netta: aprire con PRIMA FACIE di Suzie Miller significa collocare subito la programmazione – che porta il sottotitolo “Sogni e storie” – dentro un dialogo vivo con il presente. Lo spettacolo, in scena ieri per la prima volta ad Agrigento e in replica oggi alle 17, ha tenuto la platea immersa per oltre cento minuti in un silenzio assoluto, rotto soltanto da un applauso finale lungo e convinto.
«Sogni e storie, come recita il sottotitolo: è una stagione ricca di anteprime ma anche ricca di immaginazione – spiega Roberta Torre – volevo progetti attuali, contemporanei, senza rinunciare alla parte più onirica, più spettacolare». Prima Facie, aggiunge, affronta «una problematica di grande attualità come la violenza sulle donne, ma lo fa con un linguaggio particolare, con una regia fresca e leggera, paradossalmente, per un tema così potente».
Il valore del testo, secondo Torre, è anche nella capacità di parlare del rapporto tra legge e consenso: «Ci fa capire quanto la giustizia sia l’ago della bilancia nei confronti del consenso, che è la cosa più importante quando si parla di violenza sulle donne». Portarlo ad Agrigento «in anteprima siciliana» è per lei «una punta di diamante della drammaturgia contemporanea».
Per il direttore artistico il debutto segna un momento personale di grande rilievo: «Per me è un onore. Un onore per il nome tutelare di questo teatro, Pirandello, e perché credo molto nella possibilità di aprire le porte alla cittadinanza e ai giovani, che rappresentano il futuro della città».
Sul palco, la regia di Daniele Finzi Pasca e l’interpretazione di Melissa Vettore restituiscono con rigore e delicatezza il nucleo drammatico del testo. «Il testo è una meraviglia – afferma Finzi Pasca – Suzie Miller, australiana, oggi star mondiale, era avvocatessa: conosce perfettamente la struttura del dibattimento processuale».
Una competenza che diventa drammaturgia: «Racconta quanto sia complesso, quasi impossibile, per una donna vittima di stupro ottenere giustizia. La struttura stessa del dibattimento rende difficile portare prove inequivocabili». Per il regista, l’attualità del testo è dolorosamente evidente: «Purtroppo è attuale perché queste vicende vanno avanti da sempre. La violenza sulle donne rimane una delle grandi questioni irrisolte. Capire che cosa sia il “no” di una donna, avere la delicatezza di ascoltarla, è per molti ancora complesso».
Sul palco, Melissa Vettore affronta un monologo “massacrante”, come lo definisce la critica internazionale, sorretto da una regia che unisce precisione e leggerezza, luci chirurgiche e una scenografia che diventa parte del racconto: quella scrivania al centro del palco che sembra quasi vivere, oscillare, reagire alle parole della protagonista.
Con PRIMA FACIE, il Pirandello apre una stagione che parte già con una dichiarazione d’identità: un teatro che guarda ai classici – come impone la sua vocazione – ma anche alle urgenze del presente, con il coraggio di far parlare insieme sogni e storie.
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