Il presidente della Fondazione Teatro Valle dei Templi di Agrigento, Enzo Bellavia, interviene in merito ad Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.
Una voce autorevole, quella del manager agrigentino, patron del festival Il mito nella Valle dei Templi e di tanti altri grandi eventi che, negli ultimi dieci anni, hanno portato ai piedi della Valle dei Templi la grande musica. Dal debutto di Zucchero nel 1999 allo show evento di Jovanotti nel 2011, Bellavia ha organizzato i concerti di Claudio Baglioni, Massimo Ranieri, Tiziano Ferro, Gigi Proietti, Fiorello, Renzo Arbore, Franco Battiato, Gianna Nannini, Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, Rega e Nek, Antonello Venditti e De Gregori, Enrico Brignano, I Pooh, solo per citarne alcuni. Indimenticabili, poi, gli imponenti musical: Notre Dame de Paris e I Promessi Sposi – Opera moderna di Michele Guardì.
Su Capitale della Cultura afferma:
“L’organizzazione di grandi eventi è un universo molto complesso che ha delle regole folli che bisogna conoscere ed accettare.”
– Secondo lei come bisogna prepararsi per una migliore riuscita?
“La prima cosa da fare è organizzare una squadra di professionisti che conoscano bene le regole di questo lavoro. È fondamentale confrontarsi con chi, da anni, organizza grandi eventi. Non è possibile giocare al ribasso, si rischia di fare una brutta figura. Il 2025 sarà il banco di prova per fare il salto di qualità. È necessario programmare in tempo i vari eventi; in base ai tempi arrivano i risultati. Questa fase si chiama, appunto, programmazione temporale. Senza questa, il risultato sarà dimezzato. Oggi è importante seguire il cosiddetto ‘modello Matera’. Noi siamo disponibili per eventuali consigli.”
– Cosa significa Modello Matera?
“Significa raggiungere risultati che rimarranno poi eterni per tutto il territorio. Programmare significa anche destagionalizzare, ovvero non arrivare ad essere operativi a fine 2025. Oggi è sempre più complicato organizzare grandi eventi, ci sono troppe norme che impongono una certa competenza e conoscenza della materia. Organizzare eventi è un vero e proprio mestiere ed è fondamentale, per questo, strutturarsi con professionalità di altissimo livello.”
– Non le pare che ad oggi manchi una regia operativa, un direttore artistico?
“Ci vorrebbe, a mio modesto giudizio, una figura intermedia che si occupi di snocciolare tutti i meccanismi; come, per esempio, i rapporti con gli artisti, la tempistica e la logistica. Nel nostro mondo ci sono tecnicismi che non possono essere attribuiti alla politica. Se la Fondazione non colma immediatamente questo gap, si troverà presto in seria difficoltà. Ma lo deve fare adesso, perché poi sarà tardi e non potrà più recuperare. Il rischio reale, come dicevo, è di dimezzare il risultato.”
– Altri consigli?
“È importante, comunque, dialogare tra i vari attori, per il bene del territorio. Oggi stiamo assistendo solo a delle beghe politiche, ma il prezzo più alto lo stanno pagando gli agrigentini che ci mettono la faccia. Alcuni turisti, in occasione della notte di Capodanno, sono venuti dietro il palco furiosi cercando l’organizzatore, perché non c’era un mezzo pubblico che li riportasse in albergo a San Leone. Mi riferisco anche a questo quando dico che in termini di immagine siamo noi cittadini a pagarne lo scotto.”
– È stato presentato lo scorso 14 gennaio a Roma il programma degli eventi. Qual è il suo parere?
“Ritengo che manchi tutta la parte pop musicale e entertainment per giovani e meno giovani.”
– Mi piace ricordare una dichiarazione di suo figlio Federico, Direttore generale della Fondazione Teatro Valle dei Templi. Nel 2023 affermava: ‘Ritengo che la base posta in questi anni con i grandi eventi abbia, in qualche modo, dato sostegno e contribuito al successo di Agrigento 2025. Nel 2023 abbiamo registrato cinquantamila spettatori. Abbiamo cercato di accendere i riflettori su un territorio che splende già di suo. Oggi la città è pronta a vestire il ruolo che si è guadagnata ed ha tutte le carte in regola per dimostrare che il titolo di Capitale della Cultura è più che meritato. Noi ovviamente siamo molto felici di contribuire a questo successo con i grandi eventi, soprattutto con i concerti. La musica viene utilizzata in tutto il mondo come strumento di crescita e di unione. Basti ascoltare le ultime canzoni di Sanremo, sono tutti testi che portano messaggi forti. Storie di uomini e donne che lottano per ideali forti. La mia città ha grandi potenzialità, ma necessita di un grosso aiuto da parte di tutti: associazioni, istituzioni e società civile.’
– Lei invece cosa augura ad Agrigento Capitale Italiana della Cultura?
“Mi auguro che sabato, con l’arrivo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, scenda una colomba bianca di pace sulla città.”
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