Comitini, il piccolo centro in provincia di Agrigento con poco più di 800 abitanti, sarà il primo paese siciliano a essere ricevuto ufficialmente da Papa Leone XIV, in un incontro previsto per l’11 giugno nella Sala Paolo VI in Vaticano.
L’annuncio è arrivato direttamente dalla Prefettura della Casa Pontificia, confermando che tutti gli appuntamenti precedentemente concordati da Papa Francesco saranno rispettati dal suo successore.
In un post su facebook del 26 aprile il giornalista Alfonso Bugea aveva raccontato che “neanche 20 minuti dopo aver inviato la richiesta di un incontro con una delegazione guidata dal sindaco di Comitini alla casella e-mail del Comune dal Vaticano è arrivata la risposta. Positiva. Papa Francesco avrebbe incontrato ed abbracciato i comitinesi. Appuntamento per il prossimo 11 giugno nella sala Paolo VI”
La scomparsa di Papa Francesco aveva fatto temere che l’incontro sarebbe stato annullato. Invece stamattina è arrivata la conferma della Prefettura vaticana: papa Leone XIV mantiene tutti gli appuntamenti presi dal predecessore.
Il sindaco di Comitini, Luigi Nigrelli, ha sottolineato come l’idea era nata proprio in seno alla comunità locale, desiderosa di far conoscere al mondo il sacrificio dei “carusi”.
Non è un caso che l’incontro con Papa Leone XIV sia stato fissato per l’11 giugno. Il giorno successivo, il 12, si celebra in tutto il mondo la Giornata contro il lavoro minorile, istituita dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro per sensibilizzare l’opinione pubblica su una piaga che, ancora oggi, coinvolge circa 160 milioni di bambini nel mondo.
La scelta di questa data aggiunge una valenza simbolica e internazionale all’iniziativa del piccolo comune siciliano.
Comitini porterà in dono un’opera d’arte che racconta una delle pagine più dolorose della storia siciliana, quella dei “carusi”, i bambini schiavizzati nelle miniere di zolfo. Erano spesso venduti dalle famiglie in difficoltà economica ai “padrini” delle miniere di zolfo. In cambio di pochi soldi o di un debito estinto, i piccoli venivano avviati a un lavoro infernale, fatto di buio, polvere, fatica e pericoli. Raccontare la loro storia davanti al Papa significa non solo commemorare le vittime, ma anche dare un messaggio universale di giustizia sociale e di condanna dello sfruttamento minorile.
Tutto questo racconta il quadro realizzato dall’artista Francesca Cumella che, dopo la benedizione del pontefice sarà riportato a Comitini e custodito nel palazzo Bellacera che ospita anche il museo del Tricolore.
Infatti nel cuore del messaggio che Comitini porterà a Roma, c’è anche l’orgoglio per un passato patriottico: il piccolo comune è stato il primo della provincia di Agrigento in cui sventolò il tricolore italiano durante il periodo risorgimentale. Un evento che oggi viene celebrato nel Museo del Tricolore e che conferisce al paese una forte identità nazionale.
Durante l’udienza con Papa Leone XIV, sarà donata al Pontefice una riproduzione della bandiera, come segno di appartenenza, memoria storica e gratitudine.
L’incontro è stato reso possibile grazie al lavoro del comitato scientifico costituito ad hoc. Oltre al sindaco Nigrelli, il gruppo comprende Nino Contino, Benedetto Raneri, Salvatore Parello e il giornalista Alfonso Bugea.
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