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Home » Comuni » Disavventura per una giovane incinta. Sballottata a destra e a manca per una ecografia

Disavventura per una giovane incinta. Sballottata a destra e a manca per una ecografia

29 Luglio 2018
in Comuni, Licata, Sanità
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LICATA. Prenota una ecografia ostetrica tramite il Cup ma dopo essere andata in ospedale, dove era prevista la prestazione ma scopre che il servizio sanitario nazionale non garantisce quel tipo di esame. Al ritorno, con la sua macchina viene tamponata rischiando di perdere il bambino. Disavventura per una giovane donna di Licata al terzo mese di gravidanza, che ha voluto segnalare la vicenda che l’ha vista protagonista.

La donna, su indicazione del suo medico curante, che le aveva prescritto una ecografia ostetrica per studio translucenza nucale, aveva prenotato la visita tramite il centro unico provinciale. L’operatore aveva fissato la data dell’esame per il 25 luglio alle 12 all’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì. Il tipo di esame da fare prevede anche che la donna avrebbe dovuto fare un prelievo di sangue al mattino per comparare i valori con quello successivo che avrebbero poi fatto i medici del nosocomio di Canicattì. Così la ragazza si è recata in un laboratorio di Licata e mentre si trovava li ha ricevuto una telefonata sul cellulare che aveva indicato all’atto della prenotazione. L’operatore del Cup la invitava ad anticipare l’orario della visita di qualche ora.

Il tempo di organizzarsi e la donna con la sorella si è presentata in ospedale, naturalmente facendo le corse. Una volta giunti in ospedale, all’ufficio ticket hanno scoperto che non era possibile fare quella visita perché l’ospedale di Canicattì non è dotato della necessaria apparecchiatura. Quindi la donna ha contattato il Cup che ha cercato, a sua volta, di indirizzare la donna in un’altra struttura sanitaria.

Questa volta all’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento. Ma nel tragitto da Canicattì verso Agrigento ricevono un’altra chiamata dal Cup che comunica che anche ad Agrigento non viene fato quell’esame. La donna, disperata, a questo punto riesce a contattare uno studio medico privato che garantisce questa prestazione a pagamento (60 euro) ed il professionista privato attende la ragazza fino alle 14. Fatta la visita, la donna torna a Licata, esausta, ed al Villaggio Mosè viene tamponata. “Mi sono presa un grande spavento – ha raccontato la protagonista di questa disavventura – ed ho rischiato grosso per il mio bambino. Ho voluto segnalare questo episodio – continua la donna – perché io credo nella sanità pubblica e nel servizio sanitario. Avrei potuto rivolgermi direttamente allo studio medico privato, cosa che farò in futuro se dovessi avere bisogno di una visita medica specialistica. Sono stata costretta a subire questa disavventura e sono delusa, non tanto per la prestazione a pagamento, perché avrei comunque pagato il ticket, ma perché per un esame così delicato non pensavo di poter mettere sotto stress i nervi e quelli delle persone a me care che hanno cercato di calmarmi e tranquillizzarmi. Faccio questa segnalazione perché quello che è successo a me non accada – conclude la ragazza – ad altre persone nel mio stesso stato”.

Abbiamo chiesto una replica all’Asp. Per l’azienda sanitaria provinciale risponde il direttore del Cup, Claudio Lombardo: “Purtroppo questa vicenda è nata – dice Lombardo – perché il medico curante ha prescritto la prestazione su una ricetta “rossa”. Purtroppo ancora il 2% di queste prestazioni sono con le ricette rosse e non con quelle bianche dematerializzate. Il 98 per cento sono prescritte con quelle bianche che non comportano margine di errore. Se il medico curante avesse prescritto la prestazione con la “bianca dematerializzata” questo inghippo non sarebbe accaduto perché sarebbe stato impossibile prenotarla. Questo perché – aggiunge Lombardo – questa prestazione non viene effettuata purtroppo da nessun ospedale della provincia di Agrigento. Ho contattato personalmente tutti gli ospedali per cercare di far fare questo esame alla signora, ma tutti mi hanno dato esito negativo, cioè che questa prestazione non viene fatta. Si è trattato solo di un disguido tecnico dovuto ala dettatura della ricetta rossa e ci siamo scusati con la signora per l’accaduto, anche perché la donna ha perso solo del tempo senza nessun’altra conseguenza”.

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