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Home » note ufficiali » Cuffaro scrive a Musumeci: “Facciamo i tamponi ai nuovi arrivati”

Cuffaro scrive a Musumeci: “Facciamo i tamponi ai nuovi arrivati”

8 Giugno 2020
in note ufficiali
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Il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, appartenente sin dall’inizio della pandemia al fronte dei sindaci più prudenzialista e impegnato quotidianamente, con diverse iniziative che hanno fatto proseliti, a tutelare la salute dei suoi concittadini, preoccupato dall’entrata in vigore della norma che abolisce l’obbligo della quarantena per i nuovi arrivati in regione, ha scritto una lettera al Presidente della regione Nello Musumeci, all’assessore regionale alla salute, Ruggero Razza e al direttore dell’Asp di Agrigento, Alessandro Mazzara.

In buona sostanza, Cuffaro, angosciato dall’imminente arrivo di parecchi emigrati, che come ogni anno faranno ritorno nei loro luoghi di origine, teme il diffondersi di nuovi focolai del coronavirus e chiede che venga varata una norma che stabilisca di sottoporre a tampone rinofaringeo tutti i nuovi arrivi in Sicilia, sia provenienti da altre regioni, sia dall’estero.

Questa la missiva inviata da Cuffaro: “Le ultime disposizioni in termini di Decreti ed Ordinanze, sia nazionali che regionali, si apprestano a ripristinare la libertà di movimento dei cittadini tra cui la possibilità di transito tra le regioni italiane ed i paesi esteri. Tali decisioni, di buon auspicio per un ritorno alla vita normale, sicuramente non hanno lenito la preoccupazione di un riattivarsi di nuovi focolai Covid-19.

Tale preoccupazione, purtroppo, non ha tardato a tramutarsi in realtà, di fatto in data odierna mi è stata notificata la sussistenza di un nuovo caso Covid-19 presso il Comune di Raffadali. Si tratta di un cittadino rientrato, tra l’altro non da solo, da altra Regione ancora a rischio elevato di contagio, e siamo in attesa di ulteriori esiti di tamponi effettuati ai familiari dello stesso. Circostanza, questa, che ci pone difronte alla cruda realtà che il virus è tra di noi, ma nello stesso tempo fausta, perché i soggetti in questione erano sottoposti al regime di quarantena in quanto rientrati prima dei dettami normativi e comportamentali vigenti dal 3 giugno.

Mi chiedo: se questo soggetto fosse rientrato oggi, quando non vi è nessun obbligo sia di quarantena sia di tampone rinofaringeo, cosa sarebbe potuto succedere nel contesto del mio Paese e, a catena, nei territori del circondario?

In qualità di Sindaco, ancor prima del fatto odierno, avevo emesso una ordinanza invitando, in via prudenziale, chiunque faccia rientro nel Comune di Raffadali di darne comunicazione all’Amministrazione Comunale con il duplice obiettivo di essere a conoscenza dei nuovi rientri e di potere valutare l’opportunità di sottoporre i soggetti al test sierologico e/o tampone, a seconda dei casi, con i costi a carico del bilancio comunale. Il tutto a scopo puramente precauzionale e a esclusivo interesse della Salute Pubblica.

Ci siamo tutti sottoposti, e a tutti i livelli, a tanti sacrifici in termini di responsabilità per la salvaguardia della salute pubblica e parallelamente a responsabilità per la gestione delle risorse economiche e la salvaguardia dell’economia.

A mio modesto parere, allentare in maniera massiva le azioni intraprese fino ad oggi, vanifica tutto ciò fin qui fatto, rischiando uno sbalzo all’indietro, sia in termini di salute pubblica sia economici e di ricrescita.

Per quanto sopra, al fine di garantire la sicurezza della salute pubblica, con la presente

CHIEDO alle SS.LL. Ill.me, di assumere la decisione, a scopo prudenziale, di sottoporre i cittadini che fanno rientro presso la nostra Regione al tampone rinofaringeo e/o al test sierologico a costo zero  per gli stessi,  ciò  per scongiurare il riattivarsi di focolai che sicuramente graverebbero molto di più non solo sui bilanci sanitari di questa Regione.

Con l’auspicio che queste mie considerazioni e questa mia richiesta possano essere un utile e ulteriore elemento di valutazione”.

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