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Home » Politica » Crisi di governo… in margine alla discussione sui simboli religiosi

Crisi di governo… in margine alla discussione sui simboli religiosi

Redazione Di Diego Acquisto
21 Agosto 2019
in Politica, L’angolo di don Diego
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Non pochi ieri, nella discussione al Senato hanno fatto ricorso a simboli religiosi, violando platealmente il regolamento,  come ha voluto ricordare la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Una seduta quella del Senato di ieri,  appositamente programmata per ascoltare le  comunicazioni del presidente del Consiglio  Giuseppe Conte, che, tra l’altro,  ha rimproverato a Matteo Salvini il suo disinvolta uso di oggetti sacri durante i suoi comizi. Un comportamento – ha detto – di “incoscienza religiosa”, altro che difendere la libertà religiosa !

Un richiamo che ci trova d’accordo. Un richiamo che ha dato modo all’altro Matteo che di cognome fa Renzi, di mostrarsi e questa volta essere davvero, almeno apparentemente,  più coerente al Vangelo. Perché ha invitato il suo omonimo nel nome a  leggere  il Vangelo, “ovviamente secondo Matteo”,  nel passo in cui dice: “Avevo freddo e mi avete accolto, avevo fame e mi avete dato da mangiare”.  Per concludere   che se veramente si crede in quei valori,  bisogna trarne  subito la conclusione di fare “sbarcare quelle persone che sono ferme, ancora adesso, ostaggio di una politica vergognosa”. Ed il riferimento è andato naturalmente alla situazione di Lampedusa.

Un riferimento sicuramente  questo di Renzi appropriato, anche se non è difficile pensare al suo opportunismo politico ed al traguardo che in questo  momento intende raggiungere, che probabilmente è il più utile  per l’Italia in questa situazione, dopo i disastri provocati dalla sua scelta della politica   “pop corn”,come reazione al popolo italiano che  lo aveva solennemente punito, nelle elezioni del 4 marzo 2018.

Il riferimento al possibile opportunismo religioso  nell’uso del Vangelo è legato al ricordo ben chiaro che hanno gli italiani, quando Renzi disse, per giustificare politicamente ed eticamente  l’approvazione della legge sui cosiddetti diritti civili delle unioni omosessuali. Allora  disse che lui aveva giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo.

Era il maggio 2016 e la Chiesa, ufficialmente,  dai più alti vertici  reagiva alle unioni civili .

Renzi, che non aveva mai fatto mistero della sua fede cristiano-cattolica , allora Presidente del Consiglio, testualmente dichiarava: “Io rispetto le opinioni di tutti, ma da politico ho giurato sulla Costituzione non sul Vangelo”.

Un’affermazione che si commenta da sé e che fa capire la qualità ed intensità  della sua adesione alla fede ed al Vangelo.

 

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