Anche il Gup del Tribunale di Agrigento, Agata Anna Genna, ha chiesto ed ottenuto di non trattare il processo “bis”, sul crack da 50 milioni di euro delle aziende del gruppo Burgio, per motivi di incompatibilità, così come in precedenza avevano fatto i giudici Marco Salvatori, e Alfonso Pinto. In questo procedimento stralciata dal gup Salvatori la posizione dell’imprenditore Giuseppe Burgio, già condannato a 8 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, e accusato di aver fatto sparire un patrimonio di circa 50 milioni di euro.
Sul banco degli imputati 19 persone, quasi tutti professionisti, ma anche funzionari e vertici bancari, e poi ancora soci, revisori e soggetti vicini a Burgio, che rischiano il rinvio a giudizio con l’accusa di avere agevolato il dissesto del gruppo Burgio. Si tratta di Enzo Penna, Calogero Burgio, Antonio Martoriello, Costantino Verbari, Salvatore Rizzo, Tiziana Ragusa, Corrado Listo, Ciro Sansone, Leira Sansone, Luigi Gentile, Marcello Villa, Pasquale Pinio, Salvatore Malandrino, Giovanni Previte, Francesca Burgio, Angelo Nicastro, e Rosario Giordano.
A distanza di 3 anni, dalla richiesta di rinvio a giudizio, dei pubblici ministeri Alessandra Russo e Simona Faga, tutto è ancora fermo. Si torna in aula il 19 febbraio davanti al Gup del Tribunale di Agrigento Fulvia Veneziano.
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