Il rettore dell’Università di Palermo sarà ad Agrigento per il consiglio comunale aperto sulla questione Cua. Riportiamo le dichiarazioni che si leggono in un articolo pubblicato su La Sicilia nell’edizione di questa mattina.
“Il Cupa ci ha comunicato che non era possibile garantire copertura economica per i corsi. E’ chiaro che se arrivano note di questo tipo è norma di buona gestione mettere i motori al minimo”.
Sono le dichiarazioni che il rettore dell’Università di Palermo ha rilasciato alla carta stampata. Fabrizio Micari, si legge su La Sicilia, sarà ad Agrigento il 13 per il Consiglio comunale aperto sul futuro del Consorzio universitario. Micari ha mostrato apertura verso il Cua, ma ha anche spiegato la situazione in modo chiaro e ragionevole.
“Credo che nel parlare di queste vicende – ha detto Micari – sfugga un elemento importante quale è la Regione Siciliana, la cui presenza è la chiave di volta di tutto. Vorrei fare due osservazioni, che poi sono quelle che ripeterò ad Agrigento. Se noi ragionassimo solo come un’azienda, non dovremmo investire nei consorzi. Questo perché, se per una laurea triennale è necessario nominare 9 docenti, nelle province è sicuramente più difficile ottenere un numero importante di iscritti, perché il bacino di riferimento è più ristretto. Per fare un esempio: con il trasferimento del corso di Beni Culturali da Agrigento a Palermo gli iscritti sono passati da 30 a 160, per un fatto fisiologico. Noi, tuttavia – continua – non possiamo ragionare solo come un’azienda, ma dobbiamo far fronte anche alle questioni di natura sociale, venendo incontro alle necessità del territorio e di coloro che non possono permettersi di studiare lontani da casa. In tal senso diventa essenziale la collaborazione degli enti locali e della Regione”.
Micari ha spiegato che il Consorzio fino al 2015 poteva contare sugli 800mila euro annui della ex Provincia, oltre ad un milione circa da parte della Regione. Fondi che poi sono stati tagliati, mettendo in crisi la sostenibilità del polo universitario di Agrigento.
“Per superare queste, e altre questioni – dice ancora Micari a La Sicilia – i rettori avevano ottenuto dal Governo Crocetta l’approvazione del cosiddetto “decreto Baccei”, che forniva maggiori certezze sui finanziamenti, ma forniva proprio alle Università di riferimento anche la maggioranza nei Cda dei Consorzi. Norma stracciata dal nuovo assessore regionale al Bilancio, Gaetano Armao e che adesso si lavora per reinserire, anche se modificata”
Micari poi pone l’accento su una questione assai interessante. “Essenziale – dice – per Palermo, sarebbe essere presenti nel Cda “per avere voce in capitolo sulle scelte. Si sente parlare di rapporti più o meno avviati con vari istituti e università ad Agrigento. Quando leggo di queste cose sulla stampa mi faccio l’idea – aggiunge . – di una governance non molto chiara”.
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