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Home » Cronaca » Consiglio di Stato: Illegittima la nomina di Prestipino Giarritta impugnata da Viola

Consiglio di Stato: Illegittima la nomina di Prestipino Giarritta impugnata da Viola

11 Maggio 2021
in Cronaca
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Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del TAR Lazio sul ricorso proposto da  Marcello Viola: illegittima  la nomina di Michele Prestipino Giarritta quale procuratore della Repubblica al Tribunale di Roma. Marcello Viola ( nella foto)  originario della provincia di Agrigento, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impdiduglia, aveva impugnato innanzi al TAR Lazio i provvedimenti con i quali Prestipino Giarritta è stato nominato Procuratore della Repubblica di Roma. Il TAR Lazio , accogliendo il ricorso, aveva rilevato come “dalla documentazione relativa all’indagine di Perugia fosse emersa la  qualità di parte offesa di Viola  rispetto alle “macchinazioni o aspirazioni di altri” e connesse al cosiddetto “Palamara-Gate”.

Il TAR aveva, anche  rilevato come la decisione del CSM di non formulare alcuna proposta volta al conferimento a Viola dell’incarico di Procuratore di Roma –fosse immotivata “in assenza di elementi oggettivamente riscontrabili a suo carico”  e si ponesse in contrasto con la precedente  proposta formulata prima dell’avvio dell’indagine di Perugia.

Sia il CSM che Prestipino Giarritta hanno proposto appello contro la sentenza, chiedendone la sospensione ed evidenziando “come la stessa avrebbe cagionato un grave danno all’Amministrazione della giustizia e avrebbe inciso sulla continuità nell’espletamento delle funzioni di  Procuratore della Repubblica di Roma.” Viola, difeso dagli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, si è costituito innanzi al Consiglio di Stato chiedendo il rigetto dell’appello e reiterando taluni motivi di ricorso non esaminati dalla sentenza del TAR Lazio.

Il Consiglio di Stato ha rigettato gli appelli proposti dal CSM e da Prestipino Giarritta, confermando la sentenza del TAR Lazio.

Per effetto della sentenza del Consiglio di Stato, dunque, il CSM dovrà nuovamente procedere alla nomina del Procuratore della Repubblica di Roma, conformandosi ai numerosi e stringenti principi di diritto affermati dal Giudice Amministrativo.

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