Agrigento 2025, Bongiovi, Cirino, Vitellaro e Zicari: “Dossier ridotto a libro dei sogni, Fondazione improvvisata e progetti mai realizzati”
AGRIGENTO – Non si placano le polemiche attorno alla gestione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, dopo i rilievi della Corte dei Conti. A intervenire questa volta sono i consiglieri comunali di opposizione Alessia Bongiovi, Valentina Cirino, Pietro Vitellaro e Roberta Zicari, che con una nota congiunta puntano il dito contro l’amministrazione comunale.
“Tra le osservazioni della Corte – scrivono – saltano all’occhio due aspetti fondamentali. Il primo riguarda l’interpretazione del Dossier, trattato come un ‘libro dei sogni’ e non come un documento gestionale deliberato in Giunta. Gran parte dei progetti strutturali che l’amministrazione dichiara in via di completamento non hanno mai visto la luce. Chissà se dichiarare falsità in atti possa essere motivo di revoca del titolo, chissà se abbiamo vinto barando…”.
Il secondo punto sollevato dai consiglieri riguarda il personale, con un riferimento diretto alla retribuzione di Stefano Albergoni: “Solo grazie al fronte compatto dell’opposizione in Consiglio si è potuto limare il volere del sindaco – sottolineano – che era quello di creare una Fondazione di diritto privato (ma con soldi pubblici), con assunzioni a tempo indeterminato senza concorso, e lo stesso Albergoni nominato direttamente nello Statuto della Fondazione senza alcuna selezione. Insomma, un nuovo carrozzone di durata eterna”.
Secondo i firmatari, i danni erano prevedibili e oggi stanno emergendo: “Era chiaro fin da subito che l’idea anni ’80 del primo cittadino fosse improponibile. Abbiamo cercato di limitarne gli effetti, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
Infine, i consiglieri pongono una domanda precisa al sindaco: “Perché non utilizzare la Fondazione Teatro Pirandello e voler a tutti i costi crearne una nuova, che non ha i requisiti per bandire gare d’appalto e che oggi si trova costretta a chiedere l’aiuto del Parco Archeologico per poter spendere i soldi? Questa è la vera domanda che Agrigento si pone”.
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