Come in passato, da questo nostro “Angolo”, e sicuramente interpretando i sentimenti dell’intera, grande famiglia di Agrigento-Oggi, – (direzione, redazione, collaboratori e lettori) – vogliamo fare arrivare a Papa Francesco i nostri più fervidi voti augurali, di buon genetliaco per il compimento oggi dei suoi 84 anni, rallegrandoci non solo per la sua eccellente salute fisica rispetto all’età, ma anche e soprattutto per il modo come, nel ruolo di successore di Pietro, sta servendo la Chiesa in questo nostro tempo sicuramente non facile da ogni punto di vista.
E ci piace usare per gli auguri l’antica formula latina, cogliendone anche lo spirito, quando intercalando il melodioso inno “Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat”, si presentavano gli auguri al Papa, senza trascurare le varie Chiese locali, cioè le diocesi, in cui è articolata la struttura ecclesiale.
E dato che provvidenzialmente il genetliaco cade in questo particolarissimo periodo dell’anno, agli auguri genetliaci aggiungiamo i migliori auguri per il Santo Natale e per il nuovo anno. Auguri al Papa ed ai Pastori delle Chiese locali, che in comunione con il Vescovo di Roma successore di Pietro, rappresentano il collegio apostolico, a cui Gesù ha affidato la Sua Chiesa.
“FRANCISCO Summo Pontifici et universali Patri, et omni clero at populo Ei commísso. pax,vita et salus perpetua”.
Un latino facilmente comprensibile anche da quelli che non l’hanno studiato, ma che comunque traduciamo, “A FRANCESCO, Sommo Pontefice e padre universale, pace, vita e salute perenne, così come a tutto il clero ed al popolo a Lui affidato”.
E quindi anche al nostro Vescovo Francesco e al suo coadiutore Alessandro.
E premesso tutto questo, credo proprio che anche da Agrigento parte spontaneo un sentimento di gratitudine a Papa Francesco per il modo con cui serve la Chiesa.
Un Papa davvero straordinario, come straordinari sono i tempi che stiamo vivendo. Un Pontefice, Papa Francesco, primo papa gesuita della storia, che lascia sorpresi per il fascino della sua semplicità nel contatto abituale. Così come sorprende in determinati momenti per la sua non comune determinazione quando deve sradicare qualche male, non guardando in faccia nessuno, arrivando persino a privare della degnità del cardinalato – (nella logica evangelica di essere inflessibile e tempestivo contro il male, e di riflesso favorire il ravvedimento nel modo più efficace del colpevole) – e se necessario ridurlo anche allo stato laicale. E questo mentre appare costante il suo impegno a praticare la pazienza, a seminare fiducia, a stimolare speranza e senso di corresponsabilità, per il bene comune e della Chiesa.
Particolarmente rilevante poi la sua tenacia nell’aggredire la globalizzazione dell’indifferenza, puntando decisamente e con efficacia alla globalizzazione della “Fraternità”.
Logica evangelica e pastorale questa che lo ha portato a scrivere e promulgare l’ultima enciclica “Fratelli Tutti”.
Un’enciclica che va suscitando sempre più interesse ed l’attenzione, anche di chi sembrava impossibile solo immaginarlo, come anche di non pochi che non hanno un cultura occidentale e cristiana, ma che sentono il richiamo del Dio unico. Che per noi cristiani è uno nella natura ma trino nelle persone.
Dio che ha amato il mondo e l’umanità sino darci il suo unico Figlio, incarnato e morto in Croce, con le braccia spalancate per abbracciare tutti gli uomini di ogni tempo, razza, colore della pelle, condizione sociale, prima ed a prescindere da ogni ideologia od impostazione filosofico-teologica.
Cose tutte comunque quest’ultime, che pure hanno sicuramente la loro grande importanza e quindi meritevoli di attenzione e di approfondimento. Ma solo dopo aver capito che siamo “Fratelli Tutti”. Tutti sulla stessa barca, fragili ed in pericolo.
Diego Acquisto
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
