Borse di studio, in Italia situazione critica (ma i privati possono aiutare)
Oltre 176 mila studenti finanziati, ma anche 7 mila aventi diritto non coperti: la realtà delle borse di studio in Italia sono raccolti in questi due numeri, che raccontano la difficoltà di un mondo accademico alle prese anche con l’aumento delle tasse e la diminuzione di iscritti e laureati.
Una borsa di studio innovativa
Laddove non arriva il sistema pubblico, però, possono aiutare e integrare le iniziative private, che negli ultimi anni si stanno estendendo anche a questo ambito: l’ultimo esempio arriva da Piucodicisconto.com ed European Funding Guide, che hanno deciso di collaborare e mettere a frutto le rispettive competenze per dare il via a un progetto di finanziamento alternativo agli studenti di tutta Italia.
Finanziare i progetti alternativi degli studenti
Il noto portale per la ricerca di codici sconto e la società di agevolazione per finanziamenti europei hanno infatti promosso la pubblicazione di tre borse di studio destinate a studenti “fuori dall’ordinario”: anziché premiare semplicemente il merito accademico, l’iniziativa punta a favorire chi mette in atto progetti paralleli nella fase di studio, impegnandosi in altre attività e contribuendo a migliorare la propria città.
Le borse di studio in Italia
Anche in questo caso, comunque, il sostegno economico sarà indirizzato verso gli studenti che incontrano difficoltà per mantenersi gli studi, sia perché non supportati dalle famiglie sia perché in condizioni non agevoli; una situazione sempre più diffusa in Italia, come dimostra il citato dato delle richieste di borse di studio legate agli studi universitari. Soltanto nell’ultimo anno, come ufficializzato dai dati pubblicati dall’ufficio statistica del Miur, le richieste di finanziamento sono state quasi 190 mila, con una copertura che ha garantito l’erogazione di 176 mila borse ed escluso la rimante parte, seppure rispondente ai requisiti.
Ancora tanti esclusi
In questi ultimi mesi la platea si è ulteriormente allargata a seguito dell’innalzamento delle soglie Isee, con la “no tax area” che è stata portata dalla legge di bilancio dello scorso anno alla soglia di 14 mila euro di reddito Isee, che quando si raggiungono requisiti di merito si eleva fino a 23 mila euro. La vera buona notizia sta nel fatto che il numero di beneficiari che resta privato del sostegno economico, pur avendone diritto, sta lentamente calando: dai 38 mila del 2012 si è arrivati nel 2017 a circa 7 mila studenti meritevoli e “sfortunati”.
Le differenze tra Nord e Sud
Tra le regioni che non riescono a garantire le coperture ci sono soprattutto quelle meridionali, con Calabria, Campania e Sicilia a guidare la classifica di demerito, con una quota rispettivamente di 2.599, 1.629 e 2.832 borse di studio non erogate per mancanza di fondi. Al contrario, al Nord si concentrano le regioni con più studenti regolarmente finanziati, con Lombardia (21.500) ed Emilia Romagna (20.202) che sono le più capaci di rispondere alle richieste.
Italia arretrata rispetto all’Europa
In tema di diritto allo studio, poi, ci sono anche altri parametri che segnalano le difficoltà dell’Italia, soprattutto se rapportati ai risultati degli altri Paesi europei: se da noi la percentuale di universitari con borsa è del 9,4 per cento sul totale degli iscritti agli Atenei, in Francia arriva addirittura al 38 per cento. Inoltre, l’Italia detiene la più bassa percentuale di residenze universitarie, con (ancora) la Francia che conta il quadruplo dei nostri posti letto e la Germania che fa meglio, con un dato cinque volte superiore. Non è un caso, allora, che la percentuale dei laureati italiani sia la più bassa d’Europa, visto che gli studenti nostrani non sono favoriti dal contesto.
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