Le truffe sono un problema diffuso da sempre in Italia e Agrigento non fa eccezione. Negli ultimi anni, la provincia è stata teatro di numerosi casi di truffe, che hanno messo in difficoltà i cittadini. Nel mirino dei truffatori, soprattutto gli anziani, contattati molto spesso al telefono ma, con la diffusione di Internet, il trading online e quello delle criptovalute, il target si è notevolmente ampliato. Si tratta, del resto, di settori ancora poco regolamentati che attraggono utenti e consumatori con la promessa di facili guadagni. Ma esistono delle armi per difendersi.
Truffe online: trading e criptovalute
Quelle online rappresentano la grossa fetta delle truffe che vengono attualmente denunciate. Tra le più comuni, le truffe legate alle criptovalute e al trading online. Le monete virtuali hanno letteralmente conquistato non solo gli investitori, ma anche i consumatori, attratti dalla possibilità di un guadagno extra, grazie alle fluttuazioni del mercato.
Le criptovalute sono valute digitali basate sulla cosiddetta tecnologia blockchain, che garantisce transazioni sicure, trasparenti e decentralizzate. La più nota è Bitcoin, lanciata nel 2009 da un anonimo o gruppo di anonimi noto come Satoshi Nakamoto. Questi asset digitali non sono controllati da alcuna autorità centrale, il che li rende resistenti a manipolazioni e ondate di inflazione. Tra le altre criptovalute più note, oltre a Bitcoin, ci sono Ethereum, Ripple e Litecoin, ognuna con caratteristiche e peculiarità proprie.
Le criptovalute si acquistano principalmente su piattaforme di scambio online o exchange come Gemini Trading, Coinbase, Binance e eToro. Su queste piattaforme, gli utenti possono registrarsi, verificare la loro identità e acquistare criptovalute utilizzando valute tradizionali o altre criptovalute e anche vendere o scambiare le criptovalute di cui si è in possesso per cercare di trarne un profitto. Ma non tutti gli exchange sono legittimi e sul web è piuttosto facile trovare abusi.
Come funzionano le truffe sulle criptovalute
Le truffe sulle criptovalute sono tante e varie, ma tutte sfruttano i gap regolamentari che caratterizzano il web e la complessità di questi asset per ingannare gli investitori. Non è raro, infatti, imbattersi in false piattaforme di scambio o trading online (l’acquisto e la compravendita di azioni e strumenti finanziari online) che spariscono dopo aver sottratto agli utenti ignari cifre anche importanti. In Sicilia, infatti, sono state denunciate numerose truffe legate al falso trading.
Tra le altre tipologie di truffe più comuni, ci sono il phishing e lo schema Ponzi. Nel primo caso, i truffatori inviano email o messaggi fasulli che sembrano provenire da fonti affidabili, inducendo le vittime a fornire le loro credenziali di accesso ai portafogli digitali. Con queste informazioni, i truffatori sottraggono illecitamente le criptovalute alle loro vittime.
Lo schema Ponzi, invece, è una tipologia di truffa basata sulla promessa di alti rendimenti in breve tempo, che serve ad attirare investitori. I primi investitori ad entrare in questo “circolo vizioso” riescono, effettivamente, ad ottenere i rendimenti promessi, finanziati con i soldi dei nuovi investitori. Quando il flusso di nuovi investimenti si esaurisce, però, lo schema crolla e la maggior parte degli investitori perde tutto.
In tutti i casi, i malintenzionati fanno leva sulla mancanza di informazioni esaustive che sono necessarie per trarre un vantaggio da questo tipo di investimenti, che sono comunque legittimi. La CONSOB pubblica regolarmente, sul proprio sito web, aggiornamenti e liste di exchange e piattaforme di trading autorizzate, per aiutare gli utenti a fare scelte informate. Per proteggersi, è essenziale verificare l’affidabilità delle piattaforme, non condividere mai le proprie credenziali e diffidare delle promesse di guadagni facili e rapidi, perché, che si tratti di criptovalute o di trading online, il mercato è estremamente volatile.
Il falso acquisto
Meno diffuse, ma comunque ancora presenti, anche ad Agrigento, le truffe legate ai falsi acquisti. In questo caso, i truffatori creano siti web ad hoc che sembrano legittimi ma che, una volta effettuato il pagamento, si rivelano fasulli, in quanto il prodotto non viene mai consegnato, è difettoso o non corrisponde assolutamente alle caratteristiche fornite. Alcune vittime hanno perso centinaia di euro in questo modo.
C’è da dire che, ormai, molti utenti hanno capito che bisogna diffidare di offerte che sembrano troppo allettanti e hanno iniziato ad affidarsi anche alle recensioni degli altri utenti ed è per questo che si è ridotto il numero di vittime. Tuttavia, in una regione molto turistica come la Sicilia, le brutte sorprese possono arrivare dai servizi.
Nel settore turistico, non è infrequente cadere nella trappola dei falsi affitti delle case vacanze. Persino portali come Tripadvisor, che sono assolutamente legittimi, mettono in guardia da questo tipo di frode, declinando qualunque responsabilità in merito ai servizi offerti dai singoli proprietari. Secondo la Polizia postale, che riceve ogni anno centinaia di denunce in tutta Italia, per non farsi beffare, bisogna esaminare attentamente i dati dell’annuncio, cercare le foto delle case sui principali motori di ricerca per appurarne l’autenticità e preferire soluzioni che prevedano il pagamento dell’intera somma in loco.
Truffe telefoniche: nel mirino soprattutto gli anziani
Il telefono è un altro mezzo utilizzato dai truffatori per adescare vittime. Una delle tecniche più diffuse è quella del “falso operatore bancario”, che contatta le vittime allo scopo di acquisire informazioni sensibili con la scusa di verificare transazioni sospette. Ma la truffa più diffusa è ancora quella del “falso parente in difficoltà” e l’ultimo caso eclatante è stato registrato proprio ad Agrigento. Le vittime predilette, in questo caso, sono soprattutto gli anziani.
In questi mesi, le segnalazioni che arrivano dalla provincia, infatti, riguardano soprattutto casi di persone di una certa età o comunque vulnerabili, contattate al telefono da un sedicente maresciallo dei carabinieri che avvisa la vittima di un presunto incidente causato da un familiare o da una persona molto vicina alla vittima. Un pretesto per spaventare l’ignaro interlocutore e spingerlo a “risolvere” la questione attraverso un trasferimento di denaro.
Dall’inizio dell’anno ad oggi, sono circa un centinaio le denunce per truffe, tentate o andate a buon segno, arrivate a Questura, commissariati, polizia Postale e stazioni carabinieri. Le Procure della Repubblica di Agrigento e Sciacca si sono prontamente attivate e, grazie al loro intervento, decine di tentativi di truffa sono falliti, ma sono oltre venti i casi che hanno visto gli anziani cedere e consegnare ai truffatori oro e risparmi.
Come difendersi
L’arma più potente, a prescindere dalla tipologia di truffa, è l’informazione. Più informazioni si raccolgono prima di effettuare un acquisto o utilizzare un servizio, più si riducono le possibilità di essere truffati. Per quanto riguarda l’online, non bisogna mai cliccare su link sospetti ricevuti via email, WhatsApp, tramite messaggio o sui social network; è bene, inoltre, verificare sempre l’URL del sito web e la presenza di segnali di autenticità, come il certificato SSL.
Al telefono, mai fornire informazioni personali o finanziarie. Se qualcuno chiama sostenendo di essere un operatore bancario, riagganciare e chiamare direttamente la banca per verificare la situazione. Per proteggere gli anziani, è necessario parlare con loro dei casi di truffa che si verificano in zona e incoraggiarli a non aprire la porta a sconosciuti e a non fornire denaro senza prima consultarsi con un familiare di fiducia.
Solo con la giusta consapevolezza e adottando le dovute precauzioni, si può garantire un ambiente sicuro per tutti.
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