Blitz dei poliziotti della squadra mobile di Agrigento, questa mattina, nella sede dell’Ufficio tecnico del Comune di Licata, dipartimento lavori pubblici, di Via Giarretta, dove sono stati acquisiti numerosi atti su affidamento degli appalti. Presente anche il segretario generale del Comune, Caterina Moricca. L’attività rientra nell’ormai nota maxi inchiesta su numerosi appalti pubblici che sarebbero stati “truccati” dietro il pagamento di tangenti. Gli agenti hanno acquisito fascicoli dall’Ufficio guidato per un lungo periodo dall’architetto Sebastiano Alesci, ormai ex capo dell’Utc, ritenuto dalla Procura di Agrigento il promotore, insieme all’ex assessore regionale Roberto Di Mauro, di una presunta associazione a delinquere. Il Comune di Licata, è centrale nell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Giovanni Di Leo.
Tra gli indagati, amministratori, imprenditori e consiglieri comunali. Nelle scorse ore, invece, è stata raggiunta dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora l’assessore Maria Sitibondo che poco dopo ha rassegnato le dimissioni dalla carica pur rimanendo in consiglio comunale. L’ormai ex assessore al turismo e allo sport risulta indagata, proprio in concorso con Alesci, per concussione. La vicenda è legata alla realizzazione di un resort di lusso a Licata e, secondo l’ipotesi accusatoria, i due avrebbero fatto “pressioni” per far lavorare in subappalto imprese ritenute vicine. Le indagini, proseguono senza sosta nonostante la decisione del Tribunale del Riesame di trasferire le indagini al gip di Palermo.
Smentita inoltre la notizia secondo la quale sarebbero stati sottoposti ad interrogatorio alcuni assessori comunali. Da registrare una netta presa di posizione del sindaco di Licata, Angelo Balsamo che afferma: “Nessuno degli assessori della mia Giunta è stato sentito, Si sta portando avanti una campagna diffamatoria che danneggia notevolmente la Città di Licata. È evidente che agiremo nelle sedi opportune a tutela della immagine della Città di Licata”.
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