CANICATTI’. Un imprenditore agricolo e due romeni sono stati arrestati e posti ai domiciliari con l’accusa di sfruttamento del lavoro nero, il cosiddetto “Caporalato”. Elevate sanzioni per oltre 50 mila euro. E’ l’esito di quello che è stato – nelle campagne fra Naro e Camastra – un vero e proprio blitz realizzato dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento, dai poliziotti del commissariato di Canicattì e da quelli della Scientifica sempre di Agrigento.
Lo riporta oggi il Giornale di Sicilia
Del fascicolo d’inchiesta si sta occupando il sostituto procuratore Gloria Andreoli. Nelle campagne fra Naro e Camastra, in un vigneto, i poliziotti hanno trovato ben 36 operai, fra cui due minorenni. A quanto pare si trattava – per tutti 36 – di lavoratori in nero. “Operai che – si legge nel quotidiano – si stavano occupando, per conto di una ditta che produce e commercializza uva, di preparare i vigneti. Quando il blitz è scattato, i poliziotti sono riusciti ad accerchiare la zona e ad evitare che qualcuno riuscisse ad allontanarsi. A finire, dunque, nei guai – nell’ambito di questa operazione indirizzata al contrasto del “caporalato” – è stato l’imprenditore di Naro, G. B., di 44 anni e due romeni: uno di 40 anni e l’altro di 42, entrambi residenti a Canicattì. L’operazione è durata per molto tempo perché è stato, appunto, necessario riuscire a controllare tutte le posizioni dei lavoratori trovati nel vigneto. E alla fine pare che nessuno dei 36 operai sia risultato essere in regola. Fra loro anche due minorenni uno addirittura con meno di 14 anni.
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