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Home » L’angolo di don Diego » Auguri per il nuovo anno…con qualche salutare provocazione

Auguri per il nuovo anno…con qualche salutare provocazione

Redazione Di Diego Acquisto
28 Dicembre 2023
in L’angolo di don Diego
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Anche dall’ “Angolo” di questa testata giornalistica “Agrigento oggi” che, in questa sua   ultra-decennale presenza nel panorama dell’informazione  ha registrato via via,  un crescente numero di lettori tuttora in costate aumento, mi è gradito formulare auguri per il nuovo anno.

E – vedi caso, – accingendomi a scrivere – mi imbatto  con un tratto de “I siciliani” di Gaetano Savatteri”.

Ora che l’Italia è fatta , dobbiamo fare gli affari nostri  ”dice ne “i Viceré “uno dei personaggi di De Roberto. E poi, più nettamente: “Un tempo la potenza della nostra famiglia veniva dal Re; ora viene dal popolo…La differenza  è più di nome che di fatto”. Per concludere : “La storia è monotona ripetizione…”.

 Un pensiero che, forse,  non pienamente del tutto  condivisibile,  mi pare che possa  risultare per tutti  provocatoriamente utile per l’attuale particolare situazione dell’Italia;  come pure a cascata, in terra agrigentina dove,  in tanti Comuni, democraticamente, in questi ultimi anni, il popolo ha deciso per il cambiamento. Che poi non arriva.

Provocatoriamente utile perché   dopo tutti i gravissimi   problemi accumulati soprattutto nell’ultimo decennio, anche a causa del covid,  (ma non solo !), la maggioranza dei cittadini che hanno avuto il coraggio di recarsi a votare  nelle ultime  elezioni politiche, vorrebbe  vedere una sostanziale svolta, concreta e significativa.

Proprio come deciso dal voto popolare, che ha consentito per la prima volta della nostra vita repubblicana,   la formazione di un Governo in tempi eccezionalmente brevi.

 Una svolta   però, che, per la verità, tarda ad arrivare ed anzi su qualche punto, … come per esempio quello degli sbarchi dei clandestini che disperatamente approdano a Lampedusa… la situazione si è di non poco aggravata. Mentre di converso certa logica familistica   è  risultata  confermata e forse aggravata.

Tutto un quadro questo che nel nostro contesto fortemente segnato dalla cultura cristiano-cattolica richiama a quanto contemporaneamente hanno scritto diversi uomini di Chiesa, con ruoli di particolare responsabilità, invitando a rivedere ed eventualmente correggere per migliorare.

Come nell’agrigentino il nostro arcivescovo Mons, Alessandro Damiano, che nel suo recente messaggio per l’indizione della Visita pastorale, la cui apertura è avvenuta lo scorso 25 novembre in cattedrale, con l’ambizioso desiderio-propositodi concluderla “entro la fine dell’anno giubilare”, – cioè  entro il 2025;  mentre intanto invita tutti a prestare attenzione, unitamente ad alcuni suggerimenti del Sinodo a “ripensare le forme e le modalità dello stare insieme”.

E, a proposito, proprio dal  Sinodo che è in corso, arriva  la spinta forte a concentrare l’attenzione  sulla “Corresponsabilità”

 Corresponsabilità  anzitutto  nella vita e nella  missione della Chiesa, ma subito di riflesso, – come    si nota subito  –  dalla lettura del documento anche  nella società civile nel suo complesso; società civile  sollecitata ad un vero rinnovamento, pressantemente richiesto dai tempi che viviamo.

 Ed a   voler   essere   più precisi,  nel documento sulla corresponsabilità, non mancano,  nemmeno in qualche punto,  anche delle vere e proprie punzecchiature che, dai Vescovi,  vengono rivolte all’attuale  “governance[” politica di tutti i Partiti, che nelle votazioni  ottengono fiducia dai cittadini, secondo le regole  del nostro sistema democratico.

Democrazia come concretamente vissuta.Democrazia che,   per  tutelare se stessa e non cadere nella disistima generale, deve avere la forza – dicono i Vescovi –  di  eliminare  e  correggere tempestivamente i vari  difetti. come le  intolleranze, gli abusi, gli sperperi di denaro pubblico, i reati di vario genere in tutti campi, senza   guardare  in faccia nessuno.

E quindi avere la capacità di sentire come   dovere   quello di correggere, rivedere, ripensare un modo   sempre   nuovo di tradurre in pratica l’azione di governo nella logica della corresponsabilità e della crescente solidarietà, per ridurre   le diseguaglianze a vantaggio delle fasce sociali più deboli.

 Una   logica   questa di lotta alle diseguaglianze   non al singolare,    come nei sistemi di dittatura, ma  al plurale, con l’impegno e la fatica di  tutti, dato che il principio fondante della democrazia,  è che la sovranità appartiene al popolo. E quindi, tenendo sempre conto che ,  – per la nostra Costituzione – questa sovranità il popolo la “esercita nell’ambito e nei limiti stabiliti” dalla stessa Costituzione, che periodicamente chiama tutti al dovere civico  di scegliere con il proprio voto.

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