I giudici della prima sezione penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta da Adriana Piras, hanno cancellato la condanna a cinque mesi e dieci giorni di reclusone inflitta dal tribunale di Agrigento in primo grado, ed hanno assolto il sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino, dal reato di abuso di ufficio perchè “il fatto non sussiste”. Pendolino, riconfermato sindaco la scorsa tornata elettorale, era accusato di avere commesso un abuso nel rimuovere dall’incarico l’ingegnere Salvatore Chiarelli, per non essersi prestato ad assecondare alcune sue richieste.
In particolare – secondo l’iniziale accusa adesso “bocciata” – aveva costretto l’allora responsabile dell’Ufficio tecnico a mettere le carte in regola su un immobile abusivo e consentire, quindi, ad una parente di venderlo. Il dirigente ha denunciato il sindaco e si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Daniela Posante. Pendolino all’indomani della sentenza di condanna venne anche sospeso dalla carica di sindaco in virtù della legge Severino salvo poi essere reintegrato poco dopo.
La Prefettura di Agrigento, infatti, non poteva disporre la sospensione del primo cittadino in quanto il reato per il quale era stato inizialmente condannato era tentato e non consumato. Oggi, a distanza di un anno e mezzo, la Corte di Appello di Palermo ha cancellato la sentenza del tribunale di Agrigento accogliendo il ricorso avanzato dagli avvocati Lillo Fiorello e Donatella Miceli. La Procura generale aveva invece chiesto la conferma della condanna disposta in primo grado.
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