Dopo una maratona durata 19 ore, l’Assemblea regionale ha approvato la legge di stabilità per il 2023: 35 i voti a favore e 22 i contrari. Il voto finale è arrivato dopo il via libera a due maxi-emendamenti e a un lungo elenco di norme aggiuntive.
Finanziaria approvata, dunque, dall’Assemblea regionale siciliana, poco prima delle 6, dopo circa venti ore di lavori d’aula no stop. La prima legge di stabilità del governo Schifani. I lavori sono stati condotti dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.
Per l’assessore all’Economia Marco Falcone la Manovra si basa su «tre pilastri»: «La certezza dei conti, il sostegno all’economia della Sicilia, l’ascolto di tutte le forze politiche e sociali. Non c’è un solo ambito socio-economico che non viene toccato dall’iniziativa della Regione Siciliana, in una logica interventista ed espansiva: occupazione, imprese, sanità, disagio sociale, famiglie, precari. E ancora investimenti su trasporti, turismo, sport e cultura. Nei prossimi giorni il via alle prime misure».
Confermata la norma sugli adeguamenti Istat delle indennità per i 70 parlamentari siciliani. “Non c’è stata alcuna ingerenza e interferenza da parte di Giorgia Meloni o di Ignazio La Russa.La realtà è che l’automatismo che ha portato all’aumento delle indennità dei parlamentari ha suscitato in molti siciliani indignazione rispetto a una situazione di difficoltà di tanta gente”. Così il presidente dell’Assemblea siciliana, Gaetano Galvagno ha replicato in aula ai deputati che hanno parlato di pressioni arrivate da Roma per abolire la norma regionale che prevede l’adeguamento dei trattamenti economici al costo della vita, con 890 euro al mese in più in busta paga quest’anno per i deputati regionali, per via dell’inflazione all’8,1% del 2022.
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