Nell’ambito dell’inchiesta sull’incendio della ditta di rifiuti “Omnia” lo scorso 16 ottobre, i carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, avevano già arrestato tre persone, sempre in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, che aveva disposto la custodia cautelare in carcere per Carmelo D’Antona, 39 anni, di Ravanusa e Cristoforo Famà, 41 anni, di Licata. Ai domiciliari, con braccialetto elettronico, era stato invece posto Mario Antona, 24 anni, di Ravanusa.
Quest’ultimo, nelle scorse ore, è tornato in libertà: i giudici del tribunale del Riesame di Palermo, pronunciandosi sull’istanza dell’avvocato Calogero Meli, hanno sostituito la misura con l’obbligo di dimora nel comune di residenza e la presentazione alla Polizia giudiziaria per la firma.
Il pubblico ministero Alessia Battaglia aveva chiesto altre 11 misure cautelari che il giudice ha rimandato, così come previsto dal recente decreto Nordio, dopo l’interrogatorio preventivo degli indagati. Decisione che è arrivata nelle scorse ore.
In carcere sono finiti Giuseppe Salvatore Barbera, 60 anni, di Campobello di Licata; Gioconda Stemma, 52 anni, di Campobello di Licata; Giuseppe Galiano, 47 anni, di Ravanusa e Maurizio Brancato, 49 anni, di Canicattì. Ai domiciliari, invece, Neculai Razvan Bostan detto Nicola, 39 anni, residente a Ravanusa; Marian Alexandru Buluc, 25 anni, residente a Ravanusa. Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per: Giovanni Pio Galiano, 21 anni, di Ravanusa.
Obbligo di dimora per: Francesco Salamone, 23 anni, di Ravanusa; Ion Acatrinei, 43 anni, residente a Ravanusa ed Emanuele Montaperto, 34 anni, di Campobello di Licata.
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