Il gip del tribunale di Agrigento, Alberto Lippini, senza passare dall’udienza preliminare, ha disposto il giudizio immediato nei confronti di quattro persone di Licata coinvolte nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di armi e droga ma anche di minacce e atti intimidatori. Si tratta di padre e figlio, Domenico Cusumano, 55 anni e Rosario Cusumano, 26 anni, e dei fratelli Carmelo e Giacomo Marino.
La prima udienza del processo è fissata il prossimo 17 dicembre davanti i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara. I quattro vennero arrestati lo scorso luglio nel blitz della Squadra Mobile di Agrigento, nel corso di perquisizioni a tappeto tra Licata e Canicattì. I poliziotti, intervenuti anche con delle ruspe per scavare nei terreni, hanno rinvenuto un’arsenale nella disponibilità dei Cusumano: cinque pistole, tre revolver a salve modificate per lo sparo, due fucili, alcuni chili di polvere da sparo, circa 10.000 munizioni di vari calibri.
E poi ancora denaro contante per complessivi 46.000 euro, quasi 3 chili di hashish, altrettanti di marijuana e 283 grammi di cocaina. I soldi, in particolare, erano in divisi in tre mazzette e messi sotto vuoto. La quasi totalità della droga è stata rinvenuta all’interno della canaletta passa cavi nel quartiere “Bronx” in una stanza dei contatori dell’energia elettrica nell’area condominiale di una palazzina. Carmelo e Giacomo Marino, devono rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
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