L’imputato si sarebbe fatto consegnare le chiavi della cassaforte da un’altra collaboratrice della chiesa per arraffare calici in argento, mantelli e altri paramenti sacri. L’arciprete di Aragona, don Angelo Chillura, che si era opposto alla chiusura delle indagini attraverso il suo legale difensore Salvatore Pennica, ha rinunciato a ogni procedimento giudiziario nei confronti di un 37enne, ex collaboratore della chiesa Madonna del Rosario, che doveva rispondere di appropriazione indebita.
L’uomo, accusato di avere rubato oggetti sacri, ha pure formulato un’offerta di riparazione del danno. Il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, adesso dovrà valutare se si tratta di reati procedibili di ufficio ed, eventualmente, pronunciarsi nel merito. Il pubblico ministero Giada Rizzo, aveva chiesto l’archiviazione “per particolare tenuità del fatto”. L’arciprete, in un primo momento, si era opposto alla chiusura del caso.
L’indagato, dopo avere ammesso di avere trafugato i beni e averli messi in vendita su una piattaforma on line, si è poi attivato chiedendo la restituzione e spendendo, a suo dire, una cifra di circa 17.000 euro. La rinuncia dell’arciprete, in accordo con l’arcivescovo Alessandro Damiano, a proseguire l’iniziativa giudiziaria, in seguito alle scuse e a un bonifico di 2.000 euro ha, comunque, chiuso il procedimento.
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