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Home » Lampedusa » “Appalti affidati ad amici e parenti”: chiusa l’inchiesta sul Comune di Lampedusa: 26 indagati

“Appalti affidati ad amici e parenti”: chiusa l’inchiesta sul Comune di Lampedusa: 26 indagati

29 Dicembre 2023
in Lampedusa, Cronaca, evidenza
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La Procura della Repubblica di Agrigento, guidata da Giovanni Di Leo, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, con il coordinamento del sostituto procuratore Paola Vetro, nei confronti di 26 persone di Lampedusa, tra esponenti politici, dirigenti comunali e imprenditori, accusati a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la Pubblica amministrazione, concussione, peculato e abuso d’ufficio.

Tra i destinatari del provvedimento giudiziario anche l’ex sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, ed ancora l’ex vicesindaco e assessore Salvatore Prestipino e i dirigenti comunali Giuseppe Di Malta e Manlio Maraventano, rispettivamente a capo dell’Ufficio tecnico comunale e responsabile del settore lavori pubblici e manutenzione. Al centro della maxi inchiesta, cristallizzata nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021, soprattutto, c’è l’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa.

Appalto promosso dal Comune e regolarmente aggiudicato da una ditta di Messina. Per la Procura gli ex amministratori locali di Lampedusa “attraverso condotte di costrizione, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazione di somme di denaro pubbliche” avrebbero imposto all’impresa aggiudicataria di accettare le modalità di lavoro indicate subappaltando le opere a ditte di amici e parenti. Particolarmente gravi le minacce subite dal titolare della ditta che si è aggiudicato l’appalto laddove vengono evidenziate dagli inquirenti in questo modo le intimidazioni che sarebbero state promosse dal capo del settore lavori pubblici ai suoi danni.

Gli indagati, attraverso i legali di fiducia, adesso avranno 20 giorni per chiedere di essere interrogati o presentare memorie difensive.

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