Lo Chef Alen Mangione porta la Sicilia a Dubai: “Una città che ti travolge e ti rassicura. Cucinare per l’Ambasciatore e per lo Sceicco? Un’emozione che non dimenticherò”
Dubai è quel luogo che cambia mentre lo guardi: a tratti caotica, a tratti rassicurante, sempre in movimento, sempre in evoluzione. «Una città che non dorme mai, che ti sorprende continuamente» racconta lo chef Alen Mangione, anima creativa del Carusu Restaurant di Agrigento. È qui – tra grattacieli che sfidano il cielo e tavole imbandite di culture da ogni parte del mondo – che Alen ha vissuto una delle esperienze più intense della sua carriera.
Il Carusu è stato scelto per rappresentare la Sicilia alla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2025, la prestigiosa iniziativa del Ministero degli Affari Esteri che celebra le eccellenze gastronomiche italiane nel mondo. Un incarico di grande valore culturale ed identitario, affidato a una delle realtà più innovative della ristorazione regionale.
Accanto a Mangione, la squadra ormai collaudata composta da Dominique Mangione e Marco Fusco, con cui ha condiviso una missione tanto impegnativa quanto straordinaria. Gli eventi ufficiali hanno portato Alen e il suo team all’interno di due contesti di altissimo profilo.
Il primo, più raccolto e istituzionale, presso l’Ambasciata Italiana ad Abu Dhabi, dove lo chef ha firmato un banchetto esclusivo per 12 commensali, compreso l’Ambasciatore d’Italia S.E. Lorenzo Fanara.
Il secondo, decisamente più solenne, si è svolto alla presenza di Sua Altezza lo Sceicco Saud bin Saqr Al Qasimi, Sovrano dell’Emirato di Ras Al Khaimah. «Avevamo oltre quaranta persone a tavola» racconta Mangione. «Quando vedi i tuoi piatti attraversare una sala così importante, quando senti il silenzio di chi assaggia e poi la soddisfazione negli sguardi, capisci che la fatica degli ultimi mesi è valsa tutto».
Dubai – dice lo chef – è “una città in continua evoluzione, a volte caotica, a volte rassicurante”. Ma è proprio in questo movimento che la cucina trova il suo spazio: un ponte tra culture che si incontrano nel piatto.Per rappresentare la sua visione, Mangione ha portato cinque dei piatti-simbolo del Carusu: Pane Cunzatu, Seppia Mascariata, Norma Fuori Norma, Pesce d’Amo e Il Giardino della Kolymbethra.
«Sono piatti che parlano di noi – spiega – della nostra storia, della nostra terra, del nostro modo di immaginare la cucina: identitaria, contemporanea, rispettosa delle radici ma senza paura di evolversi». Tra questi, la celebre “Norma Fuori Norma”, ribattezzata negli Emirati come il “raviolo fuori norma”, ha conquistato gli ospiti per tecnica, gusto e originalità.
«Portare la cucina del Carusu e la Sicilia ad Abu Dhabi è un onore immenso» afferma lo chef. «È emozionante, è gratificante, è un’occasione per condividere il nostro linguaggio attraverso il gusto». Un’esperienza internazionale che ha significato lavoro, responsabilità, adrenalina, ma anche una grande crescita professionale.
«Orgoglio, gratitudine e crescita: sono queste le parole che meglio descrivono questa avventura. Abbiamo trovato accoglienza, curiosità, un pubblico attento e appassionato. Torno a casa con la consapevolezza che stiamo camminando nella direzione giusta». In una Dubai che corre veloce, il Carusu ha portato una Sicilia che non dimentica le sue radici e che, anzi, proprio dalle radici trae la forza per parlare al mondo.
Alen Mangione porta la Sicilia a Dubai: i suoi piatti protagonisti ai banchetti dell’Ambasciata Italiana e alla tavola dello Sceicco Saud bin Saqr Al Qasimi.
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