Manca poco più di una settimana al simbolico passaggio di consegne tra Pesaro, Capitale Italiana della Cultura 2024, e Agrigento, che assumerà il titolo per il 2025. Se a Pesaro tutto è pronto per la cerimonia di chiusura, ad Agrigento l’avvio della nuova kermesse sembra segnato da incertezze organizzative.
A Pesaro, l’11 gennaio, la cerimonia conclusiva si terrà all’Auditorium Scavolini, alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli. L’evento sarà condotto dai noti giornalisti Marianna Aprile e Gianluca Semprini, con ospiti come Neri Marcorè. La città ha pianificato un intero weekend di celebrazioni, tra concerti, spettacoli e musei aperti, per concludere in bellezza il suo anno da protagonista culturale.
Da Agrigento partirà una delegazione guidata dal sindaco Franco Miccichè, affiancato dall’assessore alla Cultura, Costantino Ciulla, e dal presidente della Fondazione Agrigento 2025, Giacomo Minio. Tuttavia, mentre la cerimonia inaugurale al Teatro Pirandello è fissata per il 18 gennaio con la presenza del Presidente Sergio Mattarella, il programma ufficiale è ancora in via di definizione.
L’assessore Ciulla cerca di rassicurare: “Stiamo lavorando a definire il programma della visita”. Roberto Albergoni, direttore generale della Fondazione Agrigento Capitale, aggiunge: “Possiamo solo confermare che la cerimonia inaugurale si terrà al Pirandello. Per i presentatori, siamo ancora in attesa di alcune conferme”.
Ma il ritardo organizzativo alimenta polemiche. Il nodo principale sembra essere cosa mostrare a Mattarella come simbolo culturale della città. Tra le opzioni, la Pinacoteca di Palazzo dei Filippini, che però resta chiusa nonostante i lavori annunciati da tempo. L’assessore Ciulla promette l’apertura nel 2025, ma per molti è troppo tardi per sfruttare appieno l’anno da Capitale della Cultura.
Intervenendo sulle critiche, il sindaco Miccichè ha affermato:
“Il remare contro ‘Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025’, spesso con pregiudizio, si prospetta come una pratica ricorrente anche nel 2025, come lo è stata nel 2024. A fronte di ciò, non intendiamo demordere né scoraggiarci. Questa è una partita, e noi abbiamo deciso di giocare per vincere. Sugli spalti, ci sono tifosi a favore e contro. Noi giochiamo puntando dritti verso la rete, senza distrazioni. Al termine, il risultato sarà l’unico giudice”.
L’attesa è dunque carica di aspettative, speranze e dubbi. Agrigento ha davanti a sé una grande opportunità, ma anche una sfida: dimostrare di poter essere all’altezza del prestigioso titolo.
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