Agrigento, la Polizia di Stato apre le porte alla cultura: inaugurata la mostra nella Caserma Anghelone
AGRIGENTO – In un momento in cui la città è sotto i riflettori come Capitale Italiana della Cultura 2025, la Polizia di Stato amplia il proprio ruolo oltre la sicurezza e la protezione, abbracciando la promozione della cultura e del patrimonio archeologico. Questa mattina, il questore di Agrigento, Tommaso Palumbo, ha inaugurato una nuova mostraall’interno della Caserma Anghelone di via Crispi, frutto di una collaborazione tra la Questura di Agrigento e l’Ente Parco Archeologico della Valle dei Templi.
La mostra, inizialmente rivolta agli studenti, sarà successivamente aperta ai tanti visitatori che arriveranno ad Agrigento per il ricco programma culturale legato all’anno di Agrigento 2025. L’iniziativa mira a valorizzare i tesori custoditi nella caserma, creando un dialogo tra le istituzioni e il territorio.
Durante la cerimonia, il questore Palumbo ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “Questa mostra rappresenta un’occasione preziosa per aprire ulteriormente la Polizia di Stato alla cittadinanza, non solo attraverso i servizi abituali di sicurezza, ma anche promuovendo qualcosa che abbiamo la fortuna di possedere qui ad Agrigento: un patrimonio culturale e archeologico unico. È nostro dovere non sottrarre alla collettività e ai visitatori ciò che di prezioso la città ha da offrire, specialmente in un anno cruciale come il 2025.”
Il questore ha inoltre evidenziato il valore della collaborazione con l’Ente Parco, che ha reso possibile questa nuova apertura: “Coniugare l’aspetto istituzionale con l’apertura culturale è un passo importante per rafforzare il legame tra le istituzioni e il territorio. Questa mostra non sarà solo uno spazio espositivo, ma anche un’opportunità per promuovere l’immenso patrimonio di Agrigento ai tanti turisti che visiteranno la città.”
La mostra non è solo un’esposizione di reperti, ma un invito a scoprire un lato nuovo della Polizia di Stato, che si pone come ponte tra la tradizione istituzionale e la valorizzazione del territorio. I tesori esposti raccontano storie di epoche passate e testimoniano la ricchezza culturale della città.
In un anno così significativo per Agrigento, questa iniziativa rappresenta un altro tassello che rende la città un punto di riferimento per la cultura e la storia, dimostrando come le istituzioni possano diventare protagoniste nella promozione del patrimonio locale.
La mostra sarà aperta al pubblico nei prossimi mesi, con modalità e orari che saranno annunciati a breve. Un’occasione imperdibile per scoprire un nuovo volto di Agrigento, tra sicurezza, storia e cultura.

Il taglio del nastro è stato preceduto dalla benedizione da parte dal cappellano militare, don Maurizio Di Franco, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari del territorio.
La mostra “Segreta Agrigento – Radici d’Antico” esplora un’area archeologica che rappresenta l’estensione del Quartiere Ellenistico-Romano di Akragas, databile tra il VI e il III secolo a.C. e custodita presso la Caserma della Polizia di Stato. I rilievi e lo studio del materiale archeologico hanno condotto a una mostra curata dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e dal Parco Valle dei Templi. Al centro della riscoperta è la presenza di un sacello arcaico di grande rilevanza religiosa, con offerte votive fra cui molte ceramiche provenienti da Atene e la celebre statua dell’Efebo di Agrigento. Dopo la distruzione cartaginese del 406 a.C., l’area vide la costruzione di nuovi edifici, tra cui una bottega destinata alla produzione del lykion, un collirio medicamentoso. Alcuni contenitori utilizzati per questo preparato sono esposti per la prima volta.
Il titolo Segreta Agrigento. Radici d’Antico evoca la tradizione erboristica di questi preparati e il legame con il Giardino Botanico, luogo di scoperta dell’Efebo di Agrigento.
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