Agrigento, città che si prepara a vivere l’importante ruolo di Capitale della Cultura 2025, è di nuovo sotto i riflettori per una nuova e affollata competizione politica. Le elezioni provinciali, con sei poltrone in palio, stanno catalizzando l’attenzione di forze politiche locali e nazionali, ma una delle voci più sorprendenti che ha sollevato un certo interesse è quella di Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana e figura di riferimento della Democrazia Cristiana.
Nonostante il clamore suscitato dal suo nome, è importante sottolineare che, contrariamente a quanto avanzato da alcuni organi di stampa regionali, la candidatura di Totò Cuffaro a presidente della provincia sembra altamente improbabile. Le sue dichiarazioni recenti non sembrano indicare un reale interesse a tornare in prima linea nella politica provinciale. Cuffaro, che ha sempre giocato un ruolo di grande influenza in Sicilia, ha chiaramente sottolineato di essere più incline a ricoprire un ruolo di supporto, come quello di assessore, piuttosto che cercare una poltrona da presidente. Lontano dai riflettori politici, la sua figura continua a essere centrale, ma la sua strategia sembra piuttosto orientata a influenzare le dinamiche politiche dietro le quinte piuttosto che a candidarsi per un ruolo che, per lui, potrebbe sembrare più una retrocessione che un passo in avanti.
Sebbene la sua figura resti di peso, l’idea che possa ambire alla presidenza provinciale appare decisamente fuori luogo, soprattutto considerando il panorama politico attuale e la necessità di rinnovamento che caratterizza la politica locale. Piuttosto, il centrodestra sembra orientato verso altre soluzioni, come quella di puntare su Vito Terrana, sindaco di Campobello di Licata, figura emergente che ha saputo conquistare consensi anche grazie alle sue recenti difficoltà personali e politiche. La sua candidatura si posiziona come una scelta strategica di continuità, ma con un forte impegno a rispondere alle esigenze di rinnovamento amministrativo.
In alternativa, Angelo Balsamo, sindaco di Licata, potrebbe rappresentare una proposta di sintesi, visto come una figura stabile e capace di garantire equilibrio e attenzione alle necessità del territorio. Con un’esperienza consolidata sul campo, la sua candidatura rappresenta una continuità rispetto alle istanze dei cittadini.
La competizione per la presidenza provinciale, quindi, si concentra su nomi che siano espressione di una politica locale più vicina alle esigenze del presente e meno legata ai vecchi equilibri del passato. È evidente che, nonostante l’importanza del nome Cuffaro nella storia politica siciliana, il suo ruolo futuro non sarà quello di una poltrona da presidente, ma piuttosto di un consigliere o di un alleato che può influenzare le scelte politiche in modo più discreto e meno esposto.
La vera sfida si gioca su candidati che riescano a coniugare esperienza amministrativa e capacità di dialogo tra i vari schieramenti, cercando di dare risposte concrete alle problematiche economiche e sociali della provincia. Con un quadro politico che si arricchisce di nuove dinamiche, le prossime settimane vedranno i protagonisti politici prendere le decisioni finali, mentre il nome di Cuffaro, seppur influente, rimane più come un simbolo di un passato che non sembra essere pronto a rientrare in gioco in modo diretto.
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