C’è anche un agrigentino coinvolto nell’inchiesta che ha portato all’arresto di un ex fiancheggiatore della Brigate Rosse, Salvatore Scivoli, di 66 anni, finito in manette a Torino per rapina. Giuseppe Argento è stato arrestato ed è detenuto presso la casa circondariale torinese. Scivoli, originario di Caltanissetta ma da anni trapiantato a Nichelino, nel Torinese, ha commesso una rapina insieme ad un complice ai danni di un commerciante, contro il quale sono stati sparati dei colpi d’arma da fuoco.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dall’Autorità Giudiziaria di Torino su richiesta del Pubblico ministero Castellani, al termine di un’indagine che ha permesso di contestare ai due un tentato omicidio e altri reati: rapina aggravata, ricettazione di un’autovettura e di una pistola con matricola abrasa e il furto di un’altra auto.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
La rapina è avvenuta lo scorso inverno quando il titolare di due sale slot cittadine, preleva la somma di 25000 euro in contanti e si reca presso un’agenzia bancaria cittadina per depositare l’incasso. Sceso dall’auto viene avvicinato dai due uomini armati di pistola e con il viso parzialmente coperto che gli intimano di consegnare il denaro.
I rapinatori preso il denaro dall’autovettura si allontanano. La vittima, però, reagisce e si pone al loro inseguimento, prima a piedi e successivamente in auto.
Uno dei rapinatori, Argento, scende dall’auto ed esplode alcuni colpi di pistola all’indirizzo dell’autovettura della vittima, la quale, spaventata, desiste dall’inseguimento. Il proiettile, infatti, si conficca sotto il montante del parabrezza dell’auto della vittima ad altezza del viso, fortunatamente senza causare danni alla persona.
Le indagini partono dall’auto dei rapinatori. Gli investigatori poi giungono ad un appartamento e durante la perquisizione viene rintracciato Argento che era latitante perché non era rientrato presso la casa lavoro dove era stato ristretto. L’uomo è trovato in possesso di una pistola, una Beretta cal 7.65 con matricola abrasa con i relativi colpi.
Grazie agli accertamenti balistici, gli investigatori hanno appurato che si tratta proprio dell’arma utilizzata per la rapina.
Scivoli, l’11 settembre 2012 è stato assolto dalla Cassazione nel processo a quelle che vennero chiamate le “nuove Brigate Rosse”.
Secondo la Procura di Milano, era proprio lui l’armiere di un gruppo che – tra Torino, Padova e lo stesso capoluogo lombardo – stava cercando di far rinascere il gruppo terroristico di estrema sinistra. Dopo una condanna in primo grado, una in secondo e un’assoluzione nell’appello bis, era stato infine ritenuto non responsabile.
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