Non ci sono solo Siciliani che rientrano a casa ma anche persone che restano. Il policlinico San Matteo di Pavia, dov’è stato curato il «paziente 1», si legge in ampio servizio in edicola questa mattina sul GDS, è il centro di riferimento regionale per la diagnosi del nuovo coronavirus.
«Gli ammalati di Covid-19 hanno bisogno della nostra assistenza, non soltanto nell’igiene personale. Siamo a stretto contatto con loro ma in sicurezza». Martina ha 26 anni, è un’altra siciliana fuori sede ma qui è un operatore socio-sanitario.
«La mia prima preoccupazione è bensì per i miei familiari in Sicilia», dice la giovane. «Sono via da sei anni. Con l’emergenza in corso, avrei potuto decidere di tornare a casa. Ho deciso di restare, pur lavorando da precaria». Proviene da Campobello di Licata Giuseppe Casuccio, di anni 27, anche lui in dote al San Matteo, dov’è infermiere già da cinque anni.
A Ferrara, Serena Casanova sta proseguendo gli studi accademici. Ha 27 anni ed è di Agrigento. Dopo la laurea in medicina a Palermo, dallo scorso novembre conduce la specializzazione in Pneumologia presso l’arcispedale Sant’Anna di Ferrara. «C’è un nuovo reparto per soli ammalati di Covid-19. Io e i miei colleghi del primo anno, però, accediamo solo all’unità dei degenti non ammalati. Indossiamo comunque mascherine chirurgiche e guanti. Ma c’è sempre la paura di portarsi il virus a casa».
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