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Home » L’angolo di don Diego » Ad un lustro della visita-lampo di Papa Francesco a Lampedusa, ancora attualissimo il messaggio contro la globalizzazione dell’indifferenza

Ad un lustro della visita-lampo di Papa Francesco a Lampedusa, ancora attualissimo il messaggio contro la globalizzazione dell’indifferenza

7 Luglio 2018
in L’angolo di don Diego
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Ad un lustro della visita-lampo di Papa Francesco a Lampedusa,  è opinione diffusa che sia ancora attualissimo il messaggio contro la globalizzazione dell’indifferenza

 Proprio come domani 8 luglio, sono passati esattamente cinque anni, da quella che è stata  la prima visita fuori Roma del pontificato, con cui Papa Francesco ha voluto rendere omaggio alle tante vittime del mare e contemporaneamente sollecitare la massima attenzione sulla gigantesca  sfida migratoria.

Una sfida  tipica di questo nostro tempo, in conseguenza delle distorte impostazioni socio-politiche-religiose  che dominano nel globo, costringendo tanti alla fuga dalla povertà e dalla guerra. E tutto  per giunta in un clima di generale indifferenza, come se si trattasse di un fenomeno naturale e non invece frutto di un esagerato, sino all’inverosimile,   egoismo umano  che mira al dominio, schiavizzando le persone più deboli.

E per questo il Papa ha centrato allora  il suo discorso sulle  nefaste  conseguenze  della  globalizzazione all’indifferenza.

Non solo per scuotere la coscienza dell’opulenta Europa, verso  cui è stato rivolto  almeno prioritariamente il messaggio. Ma anche e – mi viene da pensare – forse soprattutto verso i tanti responsabili  uomini di Governo, sceicchi,  capi tribù  ecc…di tante zone tormentate  dell’Africa  ed in parte anche dell’Asia, da dove proviene tutta questa gente disperata che affronta – se non  addirittura è fisicamente  costretta ad affrontare –  pericoli gravissimi, ad imbarcarsi in gommoni di fortuna,  rischiando la vita, come purtroppo spesso avviene,  per raggiungere Lampedusa, o altre coste italiane o quelle della Grecia, … e poi potere sistemarsi  alla meglio comunque in Europa.

In questa drammatica situazione, di fronte a questa sfida,…. per la cultura cristiana certamente la solidarietà intanto è l’unica risposta, pur  tenendo a sottolineare come ha fatto ancora  proprio  ieri Papa Francesco, pregando per tutti i morti in mare,  “la necessità di un’equa divisione delle responsabilità” tra tutti gli Stati dell’Unione Europea, oltre ad “un’onesta e sincera valutazione delle alternative e una gestione oculata”.  Ma  è ovvio che  chi si trova in imminente pericolo deve comunque intanto essere salvato.

Ma resta un  problema politico enorme! Un problema  che non può essere ignorato, nemmeno dalla sensibilità  cristiana, più evangelica, anzi ! Proprio la coscienza evangelica deve  impedire di adagiarsi e di preferire, per chissà  quali interessi,  di mettere nel dimenticatoio i problemi che stanno alla radice e generano quelle terribili sofferenze, per la cui eliminazione anche graduale bisogna, in ogni modo, senza darsi pace, tentare ogni strada.

Senza considerare poi, che forse, a giudizio di alcuni, oltre all’enorme business che pare proprio ruotare attorno al problema,   deve essere denunciata una diabolica strategia che tenderebbe addirittura ad una islamizzazione pacifica del nostro continente, con tutte le conseguenze del caso. Che responsabilità storica, davanti a Dio ed agli uomini !

Sarebbe poi miopia  imperdonabile non considerare  che le zone da dove provengono quei fratelli disperati, sono Stati che  posseggono enormi ricchezze e territori vastissimi da sfruttare e popolare.

E con i responsabili del Governo di queste zone, sia  l’Unione  Europea nel suo insieme sia i singoli Governi,   a partire da quello italiano,   mantengono tante relazioni commerciali, reciprocamente vantaggiose.

Viene da chiedersi come  mai siano spesso  trascurate le visioni politiche,  anche su valori fondanti e basilari dei diritti umani,  e non si esiga  la reciprocità di rispetto dei diritti fondamentali, sulla libertà di pensiero, di opinione, di religione.  Un’indifferenza anche questa nefasta ! di cui soprattutto la politica in Italia ed in Europa deve farsi carico ed è gravissimo continuare nell’indifferenza.

E qui la responsabilità diretta dei laici, credenti e non, che per la fiducia dei cittadini vengono investiti in ruoli politici,  perché è proprio il loro ruolo specifico, ricordato  dalla  DSC e spesso anche dai Pontefici, in maniera diretta ed  indiretta, richiamando i chierici a fare un passo indietro, anzi a stimolare  i laici, proprio in nome del Vangelo, ad assumersi tutte le loro responsabilità  per tutelare al meglio la dignità di ogni persona umana, indipendentemente da tutto ed in ogni angolo della terra.

Diego Acquisto

 

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