A quattro mani, due cuori e un solo amore per la Sicilia Un successo di gusto e sintonia alla serata gourmet de La Lampara
Sciacca, 22 giugno – Un incontro che ha avuto il sapore dell’estate e il profumo del Mediterraneo. La serata “Cena a quattro mani” al Ristorante La Lampara ha superato le aspettative, confermando che quando il talento incontra la passione – e la Sicilia fa da cornice – il risultato è una sinfonia di emozioni.
Protagonisti gli chef Giuseppe Raciti, stella Michelin con radici catanesi, e Gianni Morreale, chef resident dalla visione elegante e contemporanea, palermitano di Bagheria. Due mondi gastronomici diversi e complementari: l’uno figlio della Sicilia orientale, l’altro dell’occidente. Uniti per una sera, hanno cucinato con una sintonia sorprendente.
Ad accogliere gli ospiti, un aperitivo panoramico in terrazza tra tapas d’autore e bollicine: dalle note tropicali della Rosa di Ricciola di Raciti alla Caprese di Scampo firmata Morreale, passando per le contaminazioni eleganti del Mediterraneo e le suggestioni vegetali del Tinniruma.
La cena è proseguita con un percorso enogastronomico raffinato e ben ritmato, in cui ogni piatto è stato valorizzato da un abbinamento di vini al calice curato e sorprendente. Dalle prime bollicine agli accostamenti più decisi, il vino ha dialogato con il piatto, mai sopra le righe, sempre in armonia.
Il locale, moderno e accogliente, ha ospitato un pubblico attento e coinvolto, accompagnato da un servizio giovane, sorridente e professionale. La terrazza, il tramonto, i brindisi finali con sigari e stelle: tutto ha contribuito a rendere la serata indimenticabile.
La Lampara ci ha convinti: per l’ambizione della proposta, la valorizzazione dei prodotti del territorio, e per quel desiderio autentico di raccontare una Sicilia fatta di eccellenze e contaminazioni. Se il gusto ha una casa a Sciacca, è molto probabile che abbia trovato una delle sue espressioni più brillanti proprio qui.
I piatti della serata: dove l’estate si fa sapore
Dall’aperitivo in terrazza al brindisi finale, ogni piatto ha raccontato un frammento di Sicilia, tradotta in chiave contemporanea da due mani diverse ma perfettamente affiatate.
“Rosa di ricciola” ha aperto le danze con la sua eleganza tropicale: un carpaccio delicato adagiato su una crema di avocado e mango, attraversato da un tocco vibrante di barbabietola e jalapeño. Un’esplosione di freschezza ben sostenuta da uno spumante metodo classico che ne ha esaltato la mineralità marina.
Poi, la “Caprese di scampo” ha conquistato tutti con le sue note affumicate: lo scampo, passato sulla brace e glassato alla ciliegia, si è intrecciato alla morbidezza della bufala e all’acidità del datterino in ceviche. Il tutto accarezzato da un rosato dell’Etna, fine e persistente.
Il percorso si è fatto più profondo con “Tinniruma”, un piatto-ponte tra orto e mare: bottoni ripieni ai tenerumi, gambero rosa, pizzaiola e mandorla. La sua dolce complessità ha trovato il partner ideale in un Etna Bianco Superiore, dal sorso sapido e avvolgente.
Il culmine? “Mediterraneo”: ventresca di tonno rosso alla brace, melanzana affumicata, cipolla, pompelmo rosa e salsa teriyaki. Un piatto potente, eppure misurato. In abbinamento, un rosso elegante da Frappato ha fatto vibrare ogni elemento senza mai sovrastare.
Infine, la dolcezza
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