“Cuffaro a capo di un comitato d’affari”. Questa l’accusa della Procura di Palermo, “sposata” dal gip Carmen Salustro, che ha portato all’arresto dell’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, da oggi ai domiciliari. L’ex governatore sarebbe stato il “dominus”, che avrebbe deciso appalti, nomine dei vertici della sanità e truccato concorsi pubblici. L’inchiesta ruota sulla «gara ausiliariato» bandita dall’Asp di Siracusa e il concorso pubblico a 15 posti a tempo indeterminato per operatore socio sanitario all’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo.
Secondo la Procura, il direttore generale dell’Asp di Siracusa Alessandro Maria Caltagirone, la cui nomina sarebbe stata sponsorizzata da Cuffaro, con l’intermediazione del faccendiere Antonio Abbonato, dell’ex parlamentare calabrese Ferdinando Aiello e di Saverio Romano, avrebbero fatto vincere la gara alla “Dussmann Service Srl”, ottenendo, in cambio, il miglioramento delle condizioni contrattuali di due dipendenti segnalati da Cuffaro, la promessa di subappalti concessi dalla “Dussmann” a ditte «amiche».
Nel capitolo del concorso truccato sono invece coinvolti Roberto Colletti, ex direttore generale poi dell’azienda Villa Sofia Cervello e Antonio Iacono, direttore del «Trauma Center» della stessa azienda e presidente della commissione esaminatrice dell’esame. Colletti e Iacono avrebbero accettato promesse di favori, incarichi e sostegno politico da Cuffaro e Vito Raso, uomo di fiducia dell’ex presidente, per turbare il regolare andamento del concorso in modo che fra i vincitori risultassero soggetti segnalati dall’ex governatore.
In ultimo, infine, anche somme di denaro che, secondo l’accusa, sarebbero state fatte avere dall’imprenditore Alessandro Vetro, tramite l’ex governatore, e Carmelo Pace, capogruppo della Dc all’Ars, al direttore generale del Consorzio di bonifica occidentale della Regione Sicilia Giuseppe Tomasino. Vetro, procuratore speciale della “S.M. Srl” e amministratore unico della “M.G.V. Costruzioni Srl”, avrebbe consegnato, in almeno un’occasione, soldi a Cuffaro e Pace perché li dessero a Tomasino, così cercando di aggiudicarsi gli appalti che l’ente avrebbe bandito. Per questa vicenda il gip ha respinto l’istanza di domiciliari per tutti i coinvolti.
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